Volontariato

Dispersione scolastica: emergenza europea

Dal vertice continentale di San Patrignano paese per paese ecco gli allarmi e le soluzioni

di Redazione

San Patrignano- Come ha ricordato il ministro Moratti riferendosi all’incontro informale interministeriale dei ministri europei di Istruzione e Politiche giovanili in corso a San Patrignano “questo momento di confronto ci servira’ per confrontare le misure di contegno della dispersione scolastica implementate dai nostri vicini e partner”. Ecco quindi una panoramica della situazione e degli inerventi piu’ significativi: GRECIA: Giorgios Sakellion ministro delle Politiche giovanili ha spiegato come il suo paese stia sfruttando l’occasione delle Olimpiadi per promuovere il progetto Scuola e Sport: “L’idea e’ quella di trasferire lo spirito olimpico sui banchi di classe”. DANIMARCA: Il delegato Uffe Toudal Pedersen ha illustrato il progetto 100 Production School. Si tratta di 100 istituti costituiti ad hoc per permettere il reinserimento scolastico di oltre 12 mila ragazzi difficili. BELGIO: Presenti sia il ministro dell’Istruzione Bernd Gentges, sia il suo parigrado delle Politiche giovanili, Hans Nissen. Il Belgio ha puntato l’obiettivo sull’emergenza dell’integrazione scolastica dei figli di rifugiati e degli immigrati. A loro e’ rivolto il progetto Primo Arrivo in base al quale si insegnano le tre lingue nazionali gia’ a livello di scuola elementare. Ogni istituto e’ tenuto a fornire determinati risultati al termime dell’anno scolastico, quando e’ prevista una verifica da parte degli organi centrali. SVEZIA: Johnny Nilson, responsabile delle Politiche Giovanili, ha precisatyo che nel suo paese il problema non e’ il drop out scolastico a livello di superiori, medie ed elementari, quanto l’impossibilita’ per quella piccola fetta di ragazzi che non si diplomano (solo il 5 per cento)di accedere a qualsiasi posto di lavoro. FRANCIA: A Parigi, secondo la relazione del; ministro dell’Istruzione edelle Poliche Giovanili Renaud Rhim, il grosso neo sono quei ragazzi, molti dei quali figli di immigrati delle ex colonie africane inseriti nelle scuole elementari e medie che ancora non conoscono il francese e parlano solo arabo.


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