Politica

Dispersione scolastica e scuola: cosa dicono (o non dicono) i programmi elettorali

La lotta alla dispersione scolastica è esplicitamente menzionata nei programmi del Terzo polo e di Fratelli d'Italia, più un Pd che non usa questi termini ma punta chiaramente sul superamento dei divari di opportunità. Le sorprese? Fratelli d'Italia che nel programma mette la riduzione dei compiti a casa e la Lega che prevede più ore di italiano per gli alunni stranieri, per accompagnarli ad assolvere l'obbligo scolastico

di Sara De Carli

Il contrasto della dispersione scolastica? È un tema che alla lettera compare soltanto in due dei programmi elettorali, quello del Terzo polo e quello di Fratelli d’Italia, più un Pd che non la nomina esplicitamente ma si dimostra ben consapevole della necessità di intervenire sui divari territoriali e di opportunità.

In generale, sulla scuola, la lista delle promesse in vista del voto del 25 settembre somiglia molto a un «libro dei sogni». Tuttoscuola ha stimato che per realizzare anche solo una parte delle proposte fatte, qualunque schieramento vinca, la spesa per l’istruzione dovrebbe salire di 12-15 miliardi all’anno, circa un 15-20%in più rispetto alla spesa attuale, portando l’incidenza della spesa dell’istruzione sul PIL attorno al 4,9% rispetto al 3,9% del 2020: una cosa non impossibile, in realtà, perché in linea con la media Ue (che è al 4,7%) e con il dato che l’Italia aveva prima dei tagli fatti dalla allora ministra Gelmini nel 2009. Una scelta però che sarebbe – questo sì – in netta controtendenza. Nuove scuole, tempo pieno per tutti alla primaria, scuola dell’infanzia obbligatoria, libertà di scelta educativa, insegnanti di sostegno specializzati, fine del precariato, adeguamento degli stipendi dei docenti ai livelli europei: questi i principali obiettivi indicati nei programmi.

Le curiosità? Forse due: la Lega che a garanzia del diritto allo studio dei minori con cittadinanza non italiana vuole introdurre per loro delle ore aggiuntive di italiano e Fratelli d’Italia che vuole affermare il principio che la formazione si svolge principalmente in aula e che i compiti a casa devono essere gestiti «con misura e buonsenso».

PD

Diciassette occorrenze per la parola scuola nel programma del Pd, con la scuola «come motore del Paese» e l’impegno di «investire nella scuola e nell’istruzione universitaria e professionale, strumenti di emancipazione e riscatto delle persone e ossigeno per l’intera società». Fortissimo 1,4 milioni di bambini e ragazzi in povertà su un totale di 9,7 milioni di minori o il fatto che una bambina del Sud Italia frequenta in media 4 ore alla settimana in meno di scuola. Una «povertà materiale ed è esclusione da diritti e opportunità che mina anche ogni futura crescita». La sintesi delle proposte? «Un piano da 10 miliardi con aumento degli stipendi agli insegnanti, edilizia scolastica sostenibile, libri, mense e trasporti pubblici gratis per gli studenti con redditi medi e bassi». Scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita e pieno accesso ai servizi psicoterapeutici a scuola. Mense gratuite in ogni scuola primaria. Introduzione dello Ius Scholae. C’è un esplicito riferimento alla «istituzionalizzazione e al finanziamento dei patti educativi di comunità e delle équipe multidisciplinari (pedagogista, educatore, psicologo) a sostegno della comunità educante» e della necessità di ottimizzare l’utilizzo delle risorse (ordinarie, della programmazione Ue 2021-2017 e del Pnrr) «ispirandosi al principio della co-progettazione tra scuola, Enti locali e Terzo settore».

Il programma concretamente prevede di garantire «una formazione adeguata e continua» agli insegnanti, «allineando, entro i prossimi cinque anni, gli stipendi alla media europea»; la gratuità obbligatorietà della scuola dell’infanzia e la progressiva gratuità dei servizi educativi 0-3 anni per i nuclei familiari a basso Isee. Vuole supportare la creazione di “ambienti di apprendimento sostenibili”, accessibili, sicuri (anche dal punto di vista sanitario, con l’installazione di sistemi di aerazione). «Vogliamo garantire la piena gratuità del trasporto pubblico locale per le famiglie a reddito medio e basso (in base all’Isee). Ci impegniamo inoltre a garantire alle studentesse e gli studenti delle scuole medie e superiori la gratuità dei libri di testo (sempre in base all’Isee) e il pieno accesso ai servizi psico-pedagogici (in maniera universale). Garantiremo l’accesso universale e gratuito di bambine e bambini alle mense scolastiche e investiremo nell’aumento dei docenti di ruolo di sostegno per affiancare nel percorso scolastico tutte le persone con disabilità». Infine, «proponiamo l’estensione del tempo pieno, con particolare attenzione al Sud». C’è anche un Fondo nazionale per i viaggi-studio, le gite scolastiche, il tempo libero nel doposcuola e l’acquisto di attrezzature sportive e strumenti musicali.

M5S

La scuola compare già nella introduzione al programma, seppur all’ultimo punto: «Siamo dalla parte della scuola, dell’università e della ricerca, per cui vogliamo aumentare i fondi e adeguare gli stipendi degli insegnanti ai livelli europei», si legge sul sito del M5S. Quattro le occorrenze, in un programma molto più conciso degli altri: adeguamento degli stipendi degli insegnanti ai livelli europei; più psicologi e pedagogisti per fornire un sostegno ai nostri ragazzi e a tutta la comunità scolastica; introduzione di una ‘scuola dei mestieri’ per valorizzare e recuperare la tradizione dell’artigianato italiano; educazione sessuale e affettiva nelle scuole; Ius Scholae per riconoscere la cittadinanza al minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso, qualora abbia completato regolarmente uno o più cicli di studi. Riscatto gratuito della laurea come incentivo allo studio universitario. Non compaiono indicazioni sulla riduzione del numero di alunni per classe (quella sulle classi-pollaio era una battaglia storica del M5S).

Alleanza di Centro Destra

Il punto 14 dell’“Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra” è dedicato a Scuola, università e ricerca. La coalizione ha come parole chiave il «rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico», l’eliminazione del precariato del personale docente; l’ammodernamento, messa in sicurezza, nuove realizzazioni di edilizia scolastica; maggiore sostegno agli studenti meritevoli e incapienti; riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola; favorire il rientro degli italiani altamente specializzati attualmente all’estero.

Nelle 202 pagine del programma dettagliato della Lega, si pone l’attenzione al passaggio dal mondo scolastico al mondo del lavoro, poiché «un elemento mancante all’interno del sistema scolastico italiano è un avviamento diretto al lavoro». Si parla della creazione di un tavolo di discussione permanente tra scuola, università e mondo del lavoro che possa allineare le esigenze scolastiche con quelle lavorative dei vari mercati di riferimento: «È importante secondo noi, che l’istruzione venga rivista in chiave di avviamento al lavoro e non come fine a sé stessa». Il “Patto per la scuola” che propone la Lega vuole garantire una scuola in presenza; docenti formati in didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale rivolta ai bisogni educativi speciali, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare; miglioramento e rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro; garantire la specializzazione degli insegnanti di sostegno (oggi un terzo non sono specializzati, la Lega popone che chi ha maturato almeno tre anni di esperienza sul campo nel sostegno ad alunni con disabilità deve poter accedere direttamente ai corsi di specializzazione); detraibilità fiscale delle spese di istruzione per l’acquisto di libri e cancelleria. La Lega propone di sviluppare gli istituti professionali come scuole di alta specializzazione e l’inserimento nell’organico della scuola della figura dell’infermiere-operatore sanitario (due in quelle con più di 1.200 allievi). Previste anche nuove misure a garanzia del diritto allo studio dei minori con cittadinanza non italiana, in modo che gli venga consentito di portare a termine almeno il percorso d’istruzione obbligatorio, con l’introduzione di ore aggiuntive per l’insegnamento dell’italiano, complementari al programma di lezioni ordinario. Fra gli storici punti caratterizzanti della destra c’è il «garantire alle famiglie la libertà di scelta della scuola paritaria alle medesime condizioni della frequenza della scuola statale», e «un’attenta opera di monitoraggio su progetti didattici, percorsi di educazione civica, corsi per docenti, documenti ministeriali», «dal momento che in molti ambiti della società e in particolare nelle scuole, è in atto un tentativo di “colonizzazione ideologica” attraverso la cosiddetta teoria gender».

Fratelli d’Italia afferma che la scuola «deve diventare il centro nevralgico del territorio e della sua comunità, anello di congiunzione tra famiglie e istituzioni, con aperture pomeridiane e sinergia con gli enti del Terzo settore per ampliare l’offerta culturale e sportiva». Prevede istituzione di borse di studio per meriti sportivi e artistici. Vuole «rimettere il merito al centro del sistema scolastico e universitario, per alunni e corpo docente», cita il «contrasto alla dispersione scolastica», l’aggiornamento dei programmi scolastici, il «raggiungimento dell’obiettivo della piena padronanza della lingua inglese per tutti gli studenti, anche incentivando lo svolgimento di una parte del percorso di formazione all’estero», la valorizzazione degli Istituti tecnici, la riforma dei Percorsi trasversali per le competenze e l’orientamento (Pcto), il ripristino degli indirizzi di studio abilitanti al lavoro, l’istituzione del liceo del Made in Italy. Intervento straordinario sull’edilizia scolastica, per scuole sicure, moderne ed ecosostenibili. «Tutela delle scuole paritarie e della libertà di scelta educativa delle famiglie, anche attraverso l’introduzione di voucher da poter spendere liberamente nelle diverse strutture scolastiche», progressivo allineamento degli stipendi del corpo docente alla media europea, «affermare il principio che la formazione si svolge principalmente in aula e che i compiti a casa devono essere gestiti con misura e buonsenso». Sostegno ai Comuni per assicurare asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici, con un sistema di apertura a rotazione nel periodo estivo; incremento dei posti a tempo pieno nella scuola primaria.

Terzo polo (Italia Viva – Azione)

C’è un capitolo dedicato alla scuola, nelle 68 pagine, più altri passaggi, per un totale di nove occorrenze. Il punto di attacco sono i nostri tassi di dispersione scolastica e di Neet, i più alti d’Europa: Sono «i numeri drammatici della dispersione implicita e della disoccupazione giovanile, che segnano la nostra distanza dagli altri contesti europei e ci dettano l’agenda dei lavori e delle urgenze». È l’unica coalizione che ha un esplicito programma sul superamento delle disparità e le situazioni di svantaggio territoriale.

Le proposte: un riordino complessivo dei cicli scolastici, innalzando l’obbligo dai 16 ai 18 anni e con ingresso all’università o al mondo del lavoro anticipato di un anno. Si impegna a estendere il tempo pieno a tutte le scuole primarie e ad introdurre il diritto alla mensa per tutti, con sussidio ai nuclei meno abbienti. Rinnovo del contratto dei docenti, con adeguamenti salariali significativi e introduzione di forme di carriera per il personale della scuola. Riconoscimento del middle management. Aumentare il sostegno agli studenti con bisogni educativi speciali, con formazione obbligatoria degli insegnanti sul tema. Riqualificazione in 10 anni di tutti gli edifici scolastici.

Per superare le disparità e le situazioni di svantaggio territoriale, occorre costruire una mappa delle aree di crisi sulla base dei tassi di abbandono scolastico, dei risultati dei test Invalsi e dell’occupazione nel territorio; riconoscere un incentivo economico a docenti appositamente formati che rimangano, per almeno un ciclo di istruzione, in una scuola ad alta concentrazione di studenti a rischio abbandono e con tassi di dispersione implicita ed esplicita superiori alla media nazionale; ridurre il numero massimo di alunni per classe, per aumentare il tempo che ciascun docente riesce a dedicare a ogni studente, e istituire un tutoring individualizzato per gli studenti con maggiori difficoltà.

Si parla inoltre di ridisegnare la formazione professionale sul modello degli ITS e di promuovere la formazione professionale sul campo attraverso l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato duale.

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