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Disparità salariali: Italia è prima

Da un'indagine Eurostat il nostro paese risulta detenere il poco onorevole primato

di Redazione

L?Italia è il primo paese europeo in cui sono accentuate le disparità salariali tra quadri superiori e dirigenti da un lato e i lavoratori ai livelli più bassi di retribuzione dall?altro. Lo rivela un?indagine, di recente pubblicazione, realizzata nel ?95 dall?Ufficio statistico comunitario, Eurostat, in undici paesi membri. Dalla rilevazione, dedicata appunto alla ?ripartizione dei salari nell?Unione Europea? (Eurostat, Statistiche, brevi, popolazione e condizioni sociali, n.8/98), emerge una graduatoria in cui dopo l?Italia si distinguono per le elevate disparità salariali soprattutto Lussemburgo, Francia e Spagna. Più equilibrate le differenze retributive nei Paesi Bassi, il paese dove in assoluto si è registrato il divario minore, seguito a salire dalla Danimarca, dalla Svezia e dai nuovi Lander tedeschi. Per esempio, secondo Eurostat, in Italia e Francia gli stipendi medi dei quadri superiori e dei dirigenti, nonché delle professioni intellettuali e scientifiche (i due gruppi meglio retribuiti) sono superiori dell?80 per cento a quelle dei tecnici e delle professioni affini, mentre la differenza è dell?ordine del 30 per cento negli altri Stati esaminati. Sempre in Italia la busta paga dei laureati supera del 55 per cento quella dei diplomati, poco meno che in Francia (57 per cento), ma più che in Germania (50 per cento) mentre negli altri Stati i laureati guadagnano mediamente dal 30 al 40 per cento in più. Notevole, quasi ovunque, anche lo scarto retributivo tra diplomati e lavoratori senza titolo di studio: in Italia e in Lussemburgo i primi guadagnano il 26 e il 41 per cento in più dei secondi. In controtendenza, invece, la Finlandia (4 per cento) e la Francia (7 per cento).


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