Formazione

Dislessia, si può fare

Gli effetti positivi dello screening precoce

di Franco Bomprezzi

Maria Nosto ha 54 anni, da 13 è dirigente scolastica, ora ad Aprilia, in provincia di Latina, anche se non ha perso una piacevole lieve cadenza partenopea, che le consente di esprimere nello stesso tempo ironia ed entusiasmo, amore per il proprio lavoro, preoccupazione per il presente e per il futuro. «Più si ha esperienza e meno si chiedono scuole troppo grandi», ci dice, per spiegare il suo agire controcorrente, in una carriera nella quale molti credono sia più prestigioso dirigere plessi scolastici sempre più numerosi. Lei adesso ha la responsabilità (un termine che le piace molto) di 750 alunni, fra scuola materna, elementari e medie. Anni fa la sua responsabilità era per il doppio di alunni. Un percorso cruciale non solo per l’educazione dei bambini ma anche per il rapporto con il territorio. Aprilia, in provincia di Latina, è una città di 70mila abitanti, con una forte immigrazione, soprattutto dalla Romania. Problemi? «No, con i bambini romeni no davvero. Imparano presto la lingua, e le ragazzine in particolare sono sveglie, studiano, apprendono bene l’italiano e la matematica».
Maria si rimbocca le maniche ogni giorno, come quando è riuscita a far fruttare al meglio un contributo relativamente modesto della Provincia di Roma, 17mila euro in tutto. Con questi denari ha realizzato un progetto in rete di contrasto della dislessia, che consiste in uno screening della popolazione scolastica nelle seconde elementari, dunque molto presto. Uno screening che ha toccato 7-800 alunni, consentendo di individuare forme di dislessia, disgrafia, e disturbi analoghi dell’apprendimento, più o meno gravi. Il risultato? «Si era partiti dal dato di circa il 3% di alunni con dislessia, e si è arrivati a una percentuale del 5%. In Bulgaria, Paese partner del progetto, lo screening a 5 anni è normale, fa parte degli obblighi della scuola pubblica?». Naturalmente dopo lo screening segue la fase dell’informazione alle famiglie, con uno sportello di esperti e di insegnanti, e la formazione ai docenti per essere all’altezza di un progetto educativo coerente.
Un altro esempio ? «Siamo riusciti a trovare un finanziamento della Fondazione Roma», racconta Maria Nosto, «e così nella nostra scuola media le postazioni informatiche sono passate da 12 a 26, e tutte le aule si possono connettere a Internet. I computer meno recenti sono stati comunque messi a disposizione degli alunni con disabilità».


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