Cultura

Disequilibri circensi, il teatro si fa sociale

Il circo come metafora della vita nello spettacolo emozionante che domenica 5 maggio va in scena a Milano con la compagnia Opera Liquida, che vede tra i suoi protagonisti i detenuti della Casa di reclusione di Opera

di Rossana Cavallari

Il teatro ha da sempre un forte valore culturale ma, anche, sociale basti pensare ai tanti attori che, negli anni, hanno affrontato attraverso la stesura di un copione e la messa in scena teatrale argomenti e temi difficili come l’inclusione, la diversità, la parità dei diritti e tanti altri ancora.

A Milano, in tal senso, prezioso è il lavoro portato avanti da Ivana Trettel che da anni lavora insieme ai detenuti di media sicurezza della Casa di Reclusione Milano Opera insieme ai quali ha dato vita alla compagnia Opera Liquida che, nel teatro, riconosce un luogo nel quale poter riflettere e interrogarsi sulla realtà che ci circonda offrendo momenti che vogliono avvicinare le persone recluse alla società civile in un confronto costruttivo che cerca di accorciare le distanze e abbattere, se possibile, i pregiudizi.

Per questo domenica 5 maggio alle ore 16, al Campo Teatrale in via Cambiasi 10, andrà in scena Disequilibri Circensi spettacolo vincitore del Premio Enea Ellero per il Teatro Sociale 2018.

Il circo come metafora della vita, dell’essere rinchiusi in uno spazio all’interno del quale si misurano le distanze e gli equilibri tra le persone e il resto del mondo. Il circo come luogo nel quale vivono acrobati della vita, animali più o meno addomesticati, clown capaci di sorridere delle loro piccole grandi miserie, personaggi lontani da noi solo in apparenza ma nei quali poter riconoscere le tante sfumature della nostra umanità. Quelle sfumature alle quali non prestiamo attenzione presi come siamo a vivere le nostre avventure quotidiane e che, se viste a teatro, possono fare meno timore.

Uno spettacolo emozionante, capace di toccare le corde più profonde dei nostri sentimenti.
Uno spettacolo in grado di farci guardare oltre mentre attraversiamo, ognuno come può, il nostro circo della vita.

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