Famiglia

Disastri. Dietro la perfetta macchina dei soccorsi. Crevalcore, ore 13.07

In cinque minuti, i volontari Anpas erano già sul luogo dello scontro fra treni. Prima dei Vigili del fuoco. Ecco chi sono e come lavorano.

di Sara De Carli

Polemiche ce ne sono, anche questa volta. Ma non sui soccorsi. Tutti, anzi, sottolineano che a Ronchi di Crevalcore, teatro del tragico scontro fra treni del 7 gennaio, i soccorritori sono arrivati numerosi e a tempo di record. Alla regia di questo successo della macchina dei soccorsi c?è un gioco d?équipe cui partecipano le associazioni di volontariato di ben tre province: Bologna, Modena e Ferrara. E in prima fila, a rispondere all?appello del 118, le Anpas. Gli uomini della Pubblica assistenza di Crevalcore sono stati i primi ad arrivare sul luogo dell?incidente, avvenuto a soli due chilometri dalla loro sede. «Alle 13.02 abbiamo ricevuto la chiamata del 118 di Bologna Soccorso, che parlava di un deragliamento», spiega Francesco Ferrari, responsabile Protezione civile dell?associazione. «Sono uscite immediatamente due ambulanze, ciascuna con un equipaggio di quattro persone. Alle 13.07, solo cinque minuti dopo, erano sul luogo dello scontro, prima dei Vigili del fuoco. Intanto altri quattro equipaggi sono usciti a piedi e sono stati allertati quattro volontari con esperienza nella Protezione civile. Alle 13.30 eravamo sul posto con una ventina di volontari». E mentre i primi feriti venivano soccorsi, e arrivavano i Vigili del fuoco e le auto mediche da Bologna, dalla sede della Pubblica assistenza di Crevalcore partiva una raffica di telefonate, per attivare l?intera rete di Protezione civile della zona. «La carta vincente è stata lavorare in rete», spiega Ferrari. «Ci siamo abituati: quando i sei comuni dell?area si sono uniti nell?associazione Terre d?acqua, anche le realtà di volontariato hanno creato una sorta di gemellaggio. Per di più come Anpas sappiamo di essere efficienti nell?area sanitaria, ma di avere pochissime forze da impiegare nella logistica. Per questo, in auto, prima ancora di arrivare a Ronchi, avevo già chiamato gli alpini dell?Ana di Cento». E così, nonostante nebbia e fango, la macchina dei soccorsi ha funzionato. E il volontariato ha dimostrato di saper gestire l?emergenza a 360 gradi. Accanto all?Anpas, all?Ana di Cento e alla Consulta del volontariato delle province di Ferrara, Bologna e Modena, c?erano anche i volontari dell?associazione Psicologi per i popoli. Tra loro Paolo De Pascalis, anche lui dell?Anpas di Crevalcore, psicologo specializzato nell?emergenza, che ha assistito i parenti delle vittime e dei feriti. «Attualmente operiamo solo perché chi ci conosce ci chiama, ma stiamo cercando il riconoscimento formale della Protezione civile», spiega. «Di fronte a un?emergenza l?équipe di psicologi deve intervenire con quella sanitaria e logistica, non dopo».


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