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DISABILITà. Unione ciechi mobilitata contro il Governo
Le forme di protesta continueranno sino a quando non troveranno accoglimento le richieste presentate al Presidente del Consiglio
di Redazione
L’Assemblea dei Quadri Dirigenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, riunitasi a Tirrenia (PI), ha deciso di indire una mobilitazione generale e di assumere ogni forma di protesta, a partire dal 28/05/09 fino a quando non troveranno accoglimento le richieste contenute nella lettera indirizzata al Presidente del Consiglio.
La lettera aperta al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, denuncia lo stato d’animo dei ciechi e degli ipovedenti italiani che si sentono abbandonati dal Governo e dal Parlamento. Nella lettera, Tommaso Daniele, presidente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, rinnova le richieste dell’Associazione, inascoltate da oramai troppo tempo:
1. L’approvazione del disegno di legge riguardante il servizio civile che preveda una speciale attenzione per i progetti aventi per oggetto l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi
2. L’attuazione della legge 69 del 2000, che stanzia risorse per l’assistenza scolastica ai minorati sensoriali, inattesa da oramai 9 anni a causa della mancanza di un regolamento attuativo (il Ministero dell’Economia si ostina a dare parere negativo alla bozza di regolamento, predisposta dalla Pubblica Istruzione);
3. L’iscrizione all’ordine del giorno di una proposta di legge che preveda l’equiparazione dell’assistenza fornita dalle associazioni dei disabili più rappresentative alle attività dei patronati;
4. Il recupero dei tagli ai contributi erogati dallo Stato all’Unione e ad altri enti erogatori di servizi per i ciechi e gli ipovedenti, contributi che già hanno perduto il loro potere di acquisto a causa dell’inflazione, e ora vengono ulteriormente decurtati di circa un terzo per effetto della riduzione della spesa pubblica.
«Tutti questi no hanno come conseguenza meno istruzione, meno formazione professionale, meno prevenzione, meno riabilitazione, meno impiego, meno accesso all’informazione, alla cultura, all’ambiente, all’arte, meno pari opportunità per tutti, il che equivale alla morte civile dei ciechi e degli ipovedenti.
L’Unione, pur in presenza di una crisi economica oggettiva del Paese, non può rimanere inerte di fronte ai no del Governo, perché la soluzione dei problemi passa in un caso attraverso l’impegno di pochi spiccioli, negli altri attraverso il costo zero per la finanza pubblica.
I ciechi non hanno mai chiesto e non chiedono la luna. Ma ora hanno bisogno di risposte. E di giustizia».
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