Lo studio
Disabilità, l’inclusione fa crescere e innova l’azienda
È quanto emerge da "Persone con disabilità e lavoro: oltre le barriere - Dati e storie di inclusione lavorativa in Italia", ricerca presentata nel corso di un evento organizzato da Intesa Sanpaolo. L’inclusione? Diventa un valore se comporta un cambiamento a 360 gradi che coinvolge tutta l'azienda
di Alessio Nisi
oltre le disposizioni previste dalla legge, con l’adozione di accorgimenti e di strumenti adeguati, la disabilità sui luoghi di lavoro può rivelarsi un’occasione di crescita per le imprese. Al punto che il 76% delle aziende ha già adottato politiche di gestione della diversità non previste dalla legge, mentre il 22% dichiara di avere in programma di adottarle.
C’è insomma prima di tutto un cambio d’opinione nei confronti della disabilità in azienda, spinto dalla prevalenza dei vantaggi percepiti rispetto alle difficoltà.
Clima, reputazione aziendale e produttività
L’inclusione non è semplice e diventa un valore, si spiega nello studio, «solo se viene gestita in modo corretto: è un cambiamento a 360 gradi che deve coinvolgere tutta l’organizzazione, come dichiara, del resto, l’84% delle aziende».
L’inserimento efficace. Quando l’inserimento risulta efficace, si evidenzia poi che le imprese e le persone ne beneficiano in termini di miglioramento del clima (il 39%), della reputazione aziendale (39%), di arricchimento delle competenze presenti in azienda (33%) e di maggiore produttività (28%).
È quanto emerge da Persone con disabilità e lavoro: oltre le barriere – Dati e storie di inclusione lavorativa in Italia, ricerca promossa da Fondazione italiana Accenture insieme ad Accenture, in partnership con Sda Bocconi school of management e in collaborazione con Politecnico di Milano, Tiresia, Fondazione politecnico di Milano e Free thinking. E presentata a Torino nel corso di un evento organizzato da Intesa Sanpaolo e Fondazione italiana Accenture e Accenture, presso le Gallerie d’Italia.
Strumenti spazi inadeguati e bias culturali
Come risulta dall’analisi, non mancano certo alcuni ostacoli che rendono l’inserimento più difficoltoso e che attengono prevalentemente a strumenti e spazi inadeguati e a bias culturali, il cui superamento ha inizio con un’azione di sensibilizzazione al fenomeno e di preparazione all’accoglienza nei luoghi di lavoro. Per il 29% delle aziende la difficoltà prevalente è legata all’adozione di una strumentazione adeguata, per il 27% alla gestione degli spazi fisici, per il 23% alla comunicazione.
Cosa determina il successo dell’inserimento di una persona con disabilità
Dal punto di vista degli intervistati, la buona riuscita dell’inserimento di una persona con disabilità dipende dal coordinamento di tutte le funzioni aziendali e sono determinanti soprattutto l’impegno e la preparazione del gruppo di lavoro in cui la persona è inserita. L’inclusione è anche favorita dalla sensibilità e dalla preparazione del capo, risultando centrale lo sforzo da parte dell’organizzazione.
Lo studio: numeri e obiettivi
Il report (che ha tracciato un quadro aggiornato e multidimensionale del fenomeno, caratterizzato da luci e ombre) è frutto di un’indagine quantitativa su 100 realtà coinvolte, un’analisi qualitativa di tre casi aziendali (Intesa Sanpaolo, Google Italia, E-work) e una disamina delle buone pratiche di collaborazione tra imprese ed enti del Terzo settore.
La ricerca nasce con l’intento di far luce sullo stato attuale dell’inclusione lavorativa in Italia delle persone con disabilità e si interroga sul modo in cui si pongono le imprese rispetto al loro inserimento e quali difficoltà stanno riscontrando.
Secondo i dati del ministero del Lavoro, prima della pandemia l’inserimento delle persone con disabilità era in lento ma graduale miglioramento. Questa situazione in evoluzione ha reso necessario avviare una riflessione sul modo in cui la disabilità viene oggi percepita dalle imprese italiane.
Oltre 80 disability manager a supporto
«Intesa Sanpaolo», spiega Patrizia Ordasso, responsabile affari sindacali di Intesa Sanpaolo, «ha voluto dare valore all’impegno a favore delle persone con disabilità: oltre 80 disability manager appartenenti a molteplici strutture della banca operano a supporto e sostengono ogni persona del gruppo».
Il gruppo, aggiunge, «conduce anche numerosi progetti per la disabilità con enti e associazioni, partecipa a tavoli di confronto sulle diverse esperienze maturate ed è impegnato per diffondere, dentro e fuori la banca, consapevolezza e rispetto. Siamo convinti le caratteristiche individuali di ciascuna persona possano rappresentare un’opportunità di crescita per l’impresa e sono fiera che Intesa Sanpaolo sia stata riconosciuta prima banca al mondo tra i 100 luoghi di lavoro più inclusivi e attenti alle diversità».
Disabilità e lavoro, uno sguardo integrato
Per Simona Torre, direttore generale Fondazione italiana Accenture superare le barriere e favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è una delle mission che Fondazione italiana Accenture si è data fin dalla sua nascita».
Con questa ricerca, continua «intendiamo accendere i riflettori su un fenomeno di grande attualità e fornire uno sguardo integrato della disabilità nei luoghi di lavoro, con l’obiettivo di sensibilizzare le imprese e generare un impatto positivo sull’occupabilità di persone con disabilità».
All’evento hanno preso parte ospiti provenienti dall’industria e dal Terzo settore, e rappresentanti dell’ecosistema territoriale, tra cui Cristina Tumiatti, vice presidente Piccola industria – Unione industriali Torino e Chiara Foglietta, assessore all’Innovazione del comune di Torino, Maria Carmela Marcoli, direttrice del Progetto Itaca Torino.
In apertura foto di Malachi Witt da Pixabay Nel testo la foto dell’evento è di ufficio stampa Intesa Sanpaolo, i grafici sono tratti dal report Persone con disabilità e lavoro: oltre le barriere – Dati e storie di inclusione lavorativa in Italia
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