Welfare
Disabilità: le 8 priorità di Fand per la ministra Stefani
Il Ministro per le disabilità Erika Stefani ha ricevuto questa mattina una delegazione della FAND. L'auspicio? «Delineare subito un percorso condiviso di realizzazione di nuove politiche di garanzia sociale e di sviluppo inclusivo in favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie», dice Pagano
di Redazione
Il Ministro per le disabilità Erika Stefani ha ricevuto questa mattina una delegazione della Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità (FAND), con il suo Presidente nazionale Nazaro Pagano. Al centro dell’incontro di oggi l’ascolto e la presentazione al Governo delle proposte delle associazioni aderenti alla Fand per indicare una “agenda delle priorità”, così da delineare subito un percorso condiviso di realizzazione di nuove politiche di garanzia sociale e di sviluppo inclusivo in favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
“Siamo perfettamente consapevoli del difficile compito che ci attende. Proprio per questo confidiamo che il nuovo Ministero per le disabilità possa garantire il necessario coordinamento dell’attività legislativa ed una gestione coordinata di tutti gli interventi, magari attraverso la predisposizione di un vero e proprio “piano pluriennale d’azione” dotato di un cronoprogramma per la realizzazione, in ogni ambito del vivere, degli obiettivi prefissati», ha detto Pagano. «E tali obiettivi per le disabilità non potranno non essere che collocati strategicamente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con il quale si gioca il futuro del nostro Paese».
Questi gli otto temi prioritari sui quali la Fand ha chiesto di avviare un confronto con il Ministero per le disabilità:
1) Revisione organica delle provvidenze, siano esse di carattere indennitario o previdenziale e destinate alle persone con disabilità o ai loro caregiver familiari anche in termini di semplificazione amministrativa dell’iter di riconoscimento.
2) Razionalizzazione e potenziamento dei fondi per la disabilità e la non autosufficienza, in un’ottica di maggiore equità e giustizia sociale del complesso sistema di welfare e per assicurare il rispetto delle finalità di spesa dei fondi esistenti in relazione alla platea dei beneficiari, per la cui definizione non può più essere rinviato un attento monitoraggio delle persone in condizione di disabilità, effettuato su base regionale e nazionale.
3) Diritto al lavoro mediante revisione organica del collocamento mirato ed obbligatorio in un quadro di fattiva collaborazione e coordinamento con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e ANPAL, anche guardando ai modelli già sviluppati con successo in Europa .
4) Scuola, Università e diritto allo studio con una revisione della didattica, anche di quella a distanza, purché questa sia “accompagnata ed inclusiva”, per ogni grado di istruzione, potenziando – nei casi in cui sia esclusa la frequenza in presenza per contingenti motivi di tutela sanitaria – la rete dei servizi di sostegno e di assistenza alla didattica, affinché la disabilità non sia più di ostacolo alla piena realizzazione del diritto all’istruzione.
5) Eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, nonché delle persone anziane con mobilità ridotta a causa dell’avanzare dell’età, attraverso misure volte ad assicurare l’accessibilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche e senso percettive per una progettazione di nuovi modelli urbanistici inclusivi ed eco-sostenibili, anche attraverso il potenziamento e l’estensione del c.d. bonus al 110%, introdotto dal dl 34/2020.
6) Mobilità e trasporti, per le persone con disabilità, prevedendo non solo l’incentivazione della ricerca al fine di rendere performanti e sempre più sicuri i mezzi di mobilità personale, ma anche lo sviluppo di politiche per garantire la piena accessibilità al trasporto pubblico e privato in condizioni di sicurezza anche sanitaria.
7) Semplificazione della Pubblica amministrazione, con la garanzia del corretto funzionamento e accesso a tutti gli uffici pubblici che trattano argomenti che impattano o possono impattare sulla vita e sulle necessità delle persone con disabilità e dei loro nuclei familiari.
8) Salute, l’indubitabile sovraccarico legato alla gestione dell’emergenza da Coronavirus non può condurre alla negazione del diritto alla salute e del bisogno di continuità assistenziale, di natura sociale o sanitaria, di interventi specialistici in regime di urgenza, per milioni di altri malati tra cui i pazienti affetti da patologie particolarmente gravi sia di natura oncologica, reumatologica o da altre malattie anche rare, nonché per le persone con disabilità grave che devono poter contare invece su accessi preferenziali e protetti, tali da garantire loro cure sicure nonché la disponibilità continuativa di medici specialisti competenti all’interno delle unità territoriali. Nelle more di una più completa rivisitazione e aggiornamento dei LEA e dei LEPS nonché di una più efficace azione di coordinamento tra le politiche sanitarie, socio-sanitarie e sociali, la situazione attuale richiederebbe il rafforzamento dei servizi sanitari di prossimità anche attraverso un capillare monitoraggio dello stato dell’arte dei servizi oggi offerti, l’accesso e la consegna a domicilio di farmaci necessari ai vari piani terapeutici ma anche il ripristino dei presidi ambulatoriali e dei reparti specialistici per la gestione delle urgenze e per garantire la continuità assistenziale attraverso la somministrazione delle terapie ospedaliere non differibili allo scopo di assicurare la stabilizzazione e la remissione di malattia.
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