Cultura

Disabilità: integrazione lontana. La scuola si boccia

Una ricerca del ministero dell’istruzione fotografa una realtà disomogenea. E impreparata a integrare i disabili.

di Cristina Corbetta

Il ministero dell?Istruzione fotografa il mondo dell?integrazione handicap-scuola. Lo fa con una ricerca svolta da Eds Italia, presentata a Milano alla conferenza Cisl su Diversità e integrazione e aggiornata all?anno scolastico in corso. L?indagine permette di conoscere, come mai prima, la situazione reale dei disabili nella scuola italiana. E mostra quanta strada ci sia da fare per parlare di concreta integrazione.

Numeri in crescita
Dalle materne alle superiori, gli alunni in situazione di handicap sono oggi 138.648 (dieci anni fa erano 112.772). Risultano in crescita soprattutto la scuola dell?infanzia (+46% in 13 anni) e la scuola superiore, dove i disabili hanno raggiunto una proporzione pari a 7 volte quella dell?inizio degli anni 90. La distribuzione non è equilibrata. Estrema variabilità dal punto di vista territoriale: si passa dal minimo della Basilicata (1,32%) al massimo del Lazio (2,10%). Le differenze pongono il problema della possibile disomogeneità nelle certificazioni dell?handicap; in sostanza, il pericolo è che un bambino con le stesse caratteristiche sia dichiarato disabile a Napoli o a Roma e non a Matera. Infine, il tipo di handicap: gli handicap sensoriali sono soltanto lo 0,1% del totale: il resto va sotto la complessiva definizione di ?handicap psico-fisico?.

Insegnanti di sostegno
Dopo la legge 449 del 1997, il numero degli insegnanti si calcola in rapporto agli alunni ed è pari a uno ogni 138. Ma con le deroghe concesse per la gravità di alcuni handicap, il rapporto è diventato, nell?anno in corso, pari a 1 a 102. Oggi il 43% dei docenti su posti di sostegno ha un contratto a tempo determinato, ma in Lombardia questa percentuale supera il 60%. Tasto dolente, la continuità: solo il 55% degli insegnanti resta più di 5 anni nel medesimo posto.

I posti in deroga
L?istituto della deroga è stato utilizzato in modo crescente negli ultimi anni, ma con notevoli differenza tra nord e sud Italia: ad esempio, il rapporto 1 a 1, che indica la situazione di handicap più grave, è stato applicato nel 33% dei casi in Sicilia, ma solo nel 13% in Lombardia e nel 12% in Romagna.

L’accessibilità
Meno di un terzo delle scuole italiane ha adattato le porte e i servizi igienici alle esigenze degli alunni disabili e appena il 12,88% dispone di ascensori adeguati. Anche qui, l?Italia è spaccata in due: le porte, ad esempio, sono a misura di disabile nel 40% delle scuole lombarde ma solo nel 17% delle scuole campane; i servizi sono a norma nel 40% delle scuole dell?Emilia Romagna e dell?Umbria, ma la percentuale scende al 17% in Basilicata e al 19% in Sardegna. Le scale sono ancora una barriera architettonica insuperabile per più di otto scuole su dieci di molte regioni del sud.

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