Incontri & Terzo settore

Disabilità e sesso: tutti hanno diritto di ricevere e dare amore

Un convegno organizzato a Roma dalla Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo è stato l’occasione per riflettere sull’affettività e la sessualità nelle disabilità, con testimonianze di esperti e le esperienze del mondo associazionistico e del volontariato

di Ilaria Dioguardi

La necessità di un continuo confronto per capire le possibili strategie e le modalità di intervento, l’importanza della formazione alle persone che non hanno a che fare con la disabilità, il bisogno di un cambio di prospettiva dalla quale si guarda la sessualità. Sono alcuni dei temi del convegno Affettività e sessualità nelle disabilità, che si è tenuto a Roma presso la Casa del Municipio “Villa Farinacci”, organizzato dal Coordinamento Donne della Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo Ets, in collaborazione con la Fondazione Cesare Pozzo per la Mutualità.

Riuscire a mettere insieme pareri e testimonianze in ambito medico-scientifico, con le esperienze del mondo associazionistico e del volontariato, è stato l’obiettivo dell’incontro, allo scopo di comporre un ampio dibattito dedicato a un tema più che mai attuale e fondamentale in ambito relazionale.
Le persone, tutte, a prescindere dalla loro condizione di vita, hanno diritto di vivere la propria sessualità nelle sue diverse espressioni: sensualità, erotismo, dimensione affettiva, contatto fisico. Nelle persone con disabilità, condizioni fisiche ma anche contesti sociali possono compromettere la vita affettiva e il benessere sessuale e interferire, quindi, con la qualità di vita. Anche ad esse deve poter essere garantita l’espressione delle proprie potenzialità nel realizzare una vita di relazione e nel disporre della propria sfera affettiva e sessuale.

Il fine con cui opera la Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo è mettere in piedi attività sociali e a carattere divulgativo per conoscere e approfondire le possibilità di supporto e di intervento in tutti gli ambiti della vita sociale, forti del potere della collettività nel miglioramento della vita di ciascuno. Durante il convegno, che ha goduto del patrocinio gratuito della Federazione Italiana Malattie Rare Uniamo, è intervenuto anche Andrea Giuseppe Tiberti, presidente della Snms Cesare Pozzo Ets.

Formazione per i giovani, per un mondo accogliente

«Le richieste arrivate nel corso del convegno sono state sicuramente molto pressanti e complesse e meritano delle risposte su più piani. Spero che ci sarà occasione di approfondire e creare laboratori più interattivi con persone con disabilità e con i familiari che possano entrare meglio nel merito», ha affermato Lelio Bizzarri, psicologo-psicoterapeuta. «La formazione dovrebbe essere rivolta anche, e forse soprattutto, alle persone, in particolare ai giovani, che non hanno a che fare con la disabilità, proprio per poter preparare un mondo accogliente sia per il presente, sia per il futuro. Rivolgendo l’attenzione solo e soltanto ai familiari, l’orizzonte di vita delle persone con disabilità rimane sempre la famiglia e, quindi, spazialmente e temporalmente limitato».

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«Nella sessualità il corpo è un aspetto fondamentale, non come oggetto, bensì come strumento che permette l’incontro e l’accoglienza dell’altro da sé», ha detto padre Faggioni, Ofm medico chirurgo e ordinario di Bioetica. «La persona disabile ha il diritto di ricevere e dare amore, come sa e come può».

Percorsi personalizzati

«L’idea di realizzare un progetto che tratti il tema della sessualità all’interno del mondo dell’autismo nasce dalla considerazione che la sfera dell’affettività e della sessualità non solo possono far parte della disabilità ma ne sono parte integrante, come lo sono per la vita di ogni essere umano», ha detto Giuliano Salusest dell’associazione Il Filo dalla Torre. «Proprio partendo da una profonda messa in discussione, è possibile accompagnare i ragazzi verso la scoperta delle dimensioni che caratterizzano la propria identità sessuale, sostenendoli nella comprensione e nella gestione di quegli aspetti che definiscono l’area dell’affettività e della sessualità. Attraverso percorsi che individuano le strategie comunicative più idonee per ogni ragazzo, si garantisce quell’attenzione alla persona, necessaria per offrire interventi coerenti e basati sul rispetto dell’individuo e delle proprie risorse e fragilità».

«Parlando di autismo e in generale di disabilità, la tendenza sembrerebbe quella di vivere spesso tale situazione con una sensazione di limite e di complessità che, in qualche modo, contribuisce a vedere molto lontana la sfera della sessualità, considerata già di per sé complicata e difficile da affrontare, ha proseguito Salusest. «In questo senso, l’idea è quella di provare a cambiare la prospettiva dalla quale si guarda la sessualità, considerando che essa non sia qualcosa da cui proteggere bensì qualcosa da non negare, qualcosa che non vada ignorata e limitata ma compresa e accolta».

Programmi di educazione sessuale nelle scuole

«Siamo una realtà piccola e accogliamo soltanto quattro ragazzi che vivono la condizione dello spettro autistico e le rispettive famiglie, affiancati da un efficiente team di operatori, veri professionisti, competenti e amorevoli», ha spiegato Nadia De Luca, segretario del direttivo Associazione La Sonda su Marte Aps e genitore di uno dei ragazzi. «Quello che mi sento di dire come madre è di chiedere alle istituzioni scolastiche di inserire programmi di educazione sessuale rivolti a tutti gli studenti e, non da meno, agli studenti con disabilità di qualsiasi grado, siano esse fisiche o intellettive, di potenziare eventi di condivisione e discussione sul tema perché è importante parlarne. Solo il confronto potrà aiutare a capire le possibili strategie e le modalità di intervento più adeguate».

Chiedere aiuto senza timori

«Dico alle famiglie di chiedere aiuto senza timori o pudori, sentirsi supportati è un nostro diritto, ha continuato De Luca. «Ben vengano, quindi, incontri come questo perché il confronto, la divulgazione, la formazione sono strumenti indispensabili affinché una società civile come la nostra sappia affrontare anche il tema dell’affettività e della sessualità con disinvoltura e senza reticenze, affinché il benessere dei nostri ragazzi, inteso sotto tutti i punti di vista, fisico e psicologico, riguardi anche la sfera affettiva e sessuale e sia finalmente al centro di tutti i progetti riabilitativi».

Foto di apertura di Funemanka da Pixabay.
Foto del convegno Affettività e sessualità nelle disabilità tratta dal video Convegno Affettività e sessualità nelle disabilità – Convegno 12 gennaio 2024 IV Municipio di Roma


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