Non profit

Disabili, Stefano Melani affronterà il Monte Bianco

Lo scalatore quarantenne, affetto da paraparesi spastica, si confronterà con la traversata del Monte Bianco. Melani è primatista italiano della conquista della Marmolada per via normale

di Redazione

Stefano Melani, quarantenne affetto da paraparesi spastica e originario di Scandicci, comune dell’hinterland fiorentino, a luglio affronterà la traversata del Monte Bianco. Partirà dai 3462 metri della Punta Helbronner in Italia fino all’aiguille du Midi sul versante francese, toccando il Mont Blanc du Tacul a 4248 metri.

Tra le precedenti imprese di Melani, che nella vita è impiegato comunale, c’è il primato italiano della conquista della Marmolada dalla via normale, fatto in sei ore. L’impresa del quarantaduenne ha il patrocinio del Coni e il sostegno del Comune di Scandicci, mentre il consorzio di negozi del centro cittadino Città futura e la concessionaria Co.bra.ma. Per l’occasione daranno un contributo all’ospedale Meyer, come richiesto dallo stesso alpinista. Sponsor tecnico della traversata è il marchio di abbigliamento per l’alpinismo e l’outdoor Salewa, che ha fornito il materiale necessario alla marcia e alle scalate tra i tremila e i quattromila metri.

Stefano Melani, che sarà accompagnato dalla guida Marco Turchi, dalla prossima settimana sarà in Valle d’Aosta; la data della traversata sarà decisa in base alle condizioni meteorologiche. «Partiremo da Punta Helbronner per arrivare all’aiguille du Midi» spiega Stefano Melani «Poco dopo la partenza punteremo verso il Col des Flambeaux, a 3407 metri, per entrare nel Ghiacciaio del Gigante, costeggiando muri di neve e ghiaccio con diversi crepacci da oltrepassare. L’itinerario prevede poi la risalita, passando molto vicino al Mont Blanc du Tacul, fino all’ultimo tratto, molto impegnativo anche per la cresta sottile a strapiombo verso la Francia». Nel caso in cui siano previste temperature alte la partenza sarà alle quattro del mattino, altrimenti alle 7,30.

«Le difficoltà sono molteplici» ha concluso l’alpinista – «dobbiamo trovare una giornata non molto calda, perché la temperatura nel tratto di calata verso il Gigante potrebbe raddoppiare la fatica; altri problemi potrebbero venire dalle difficoltà in cresta, dato che sarà proprio l’ultimo tratto e lì la stanchezza si farà sentire».

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