Welfare

Disabili, nuovi assegni. E il diritto di essere presidi

La Corte Costituzionale ha stabilito che lo Stato ha l’obbligo di tutelare il diritto al lavoro delle persone disabili di Giulio D’Imperio

di Redazione

La Corte Costituzionale con sentenza n.190/2006 ha stabilito che lo Stato ha l?obbligo di tutelare il diritto al lavoro delle persone disabili. In modo particolare la Consulta ha definito illegittimo l?art. 8 bis del decreto sulla pubblica amministrazione (dl 136/2004), nella parte in cui si parla delle procedure per conferire incarichi di preside della scuola. La Corte ha specificato che dovrà esserci una corsia preferenziale per i dipendenti disabili che intendono concorrere per un incarico di preside, il che comporterà il rifacimento delle liste dalle quali sono stati assunti i presidi incaricati, e la riattribuzione degli incarichi. Il tutto è partito dal Tar della Puglia, che ha chiesto l?annullamento della graduatoria per gli incarichi annuali di dirigenza scolastica, in quanto erano stati attribuiti in base a quanto previsto dalla dl 136/2004 che estende la quota del 50% di riserva per i disabili anche ai posti di dirigente scolastico a cui sono ammessi anche i docenti laureati in ruolo da 7 anni. L?Inps emanando il messaggio n. 20930 del 25 luglio 2006 ha fornito chiarimenti circa il nuovo assegno spettante ai sordomuti, invalidi civili (totali o parziali) che hanno compiuto 65 anni di età. È stato chiarito che per essi sono irrilevanti gli accertamenti sanitari dai quali risulta al di sotto del 74% la capacità lavorativa, considerando che tale limite rappresenta la soglia massima per ottenere la prestazione di invalidità civile. Pertanto è stato affermato che dopo il 65esimo anno di età il sordomuto o l?invalido civile cessa di essere titolare dell?invalidità diventando titolare di un assegno sociale, previo accertamento del reddito personale, che non deve superare (per un invalido parziale) euro 4.962,36; per gli invalidi civili e i sordomuti il limite di reddito è di euro 13.973,26.


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