Un Comune, per contrastare possibili abusi nell’uso dei contrassegni speciali per disabili (i cosiddetti “permessi invalidi”), quali uso improprio, contraffazioni e finti smarrimenti, ha deciso di apporre la fotografia dell’intestatario sul retro dell’autorizzazione. Secondo l’ente territoriale, questa procedura da un lato avrebbe salvaguardato le esigenze di privacy, poiché la fotografia in ogni caso non sarebbe stata direttamente visibile all’atto dell’esposizione del contrassegno sul parabrezza anteriore del veicolo, dall’altro avrebbe reso più agevoli le procedure di controllo da parte della polizia municipale. Vorrei sapere se questa scelta vìola qualche normativa oppure può essere replicata anche in altri contesti?
Il Garante della privacy è intervenuto nella questione e non è stato dello stesso parere (provvedimento del 18 febbraio 2010), poiché i contrassegni rilasciati a qualunque titolo per la circolazione e sosta di veicoli condotti o al servizio di persone invalide possono contenere i soli dati indispensabili a individuare l’autorizzazione rilasciata, ovvero gli estremi (numero di rilascio e data) di quest’ultima. La polizia municipale può verificarne la validità ovvero eventuali abusi richiedendo l’esibizione di un documento d’identità del disabile presente a bordo dell’autoveicolo. Di fatto quindi le foto sui permessi sono sempre vietate anche se apposte sul retro. Come prescrive l’art. 74, commi da 1 a 3, del Codice della privacy (dlgs 30 giugno 2003, n. 196).
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.