Famiglia
Disabili, la Sardegna rompe il ghiaccio
Una cooperativa sociale di Macomer darà lavoro a 17 persone, per conto di due calzaturifici del nord. E' la prima applicazione della nuova norma.
Per primi in Italia hanno sperimentato il modello di integrazione dei lavoratori disabili previsto dalla riforma Biagi. La cooperativa sociale Progetto H, di Macomer, in provincia di Nuoro, ha avviato al lavoro, pochi giorni dopo l?entrata in vigore del decreto legislativo 276 del 2003, 17 disabili psichici di età compresa tra i 20 e i 50 anni impegnati nel confezionamento e imballaggio di calze per conto di due aziende lombarde.
Servizi inadeguati
Quello del collocamento dei disabili è un problema cui il legislatore sta cercando di trovare rimedio da diversi anni. Secondo una ricerca realizzata dall?Isfol, nel 2003 solo il 62% di quelli che una volta venivano chiamati uffici di collocamento aveva attivato i servizi per i disabili. Per cercare di porre rimedio a una situazione obiettivamente insostenibile, il governo ha deciso di correre ai ripari inserendo nella riforma Biagi un articolo, il 14, che offre alle imprese la possibilità di assolvere l?obbligo di assumere direttamente lavoratori disabili, esternalizzando una parte delle attività produttive a favore di cooperative sociali che impiegano lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate. Una soluzione osteggiata fin da prima della sua entrata in vigore da gran parte delle associazioni dei disabili che sono scese in piazza lo scorso 29 maggio, a Padova, per rivendicare il diritto al lavoro dei disabili e per protestare contro la convenzione siglata dalla Commissione regionale per l?impiego in applicazione dell?articolo 14. Le associazioni sostengono che queste disposizioni rischiano di ghettizzare i lavoratori disabili relegandoli in un ambiente protetto e facendo venir meno la possibilità di una effettiva integrazione.
La realtà lavorativa
La cooperativa sociale Progetto H, aderente al Consorzio Cgm e a Federsolidarietà, 800mila euro di fatturato, 30 soci, 60 occupati di cui la metà appartenenti a categorie svantaggiate, è attività nella produzione di manufatti artigianali in pelle, oro e ceramica, nella gestione di mense e strutture recettive e gestisce progetti di turismo sociale. è stata una delle prime coop a sfruttare l?articolo 14 della legge Biagi: ha infatti sottoscritto un accordo con due imprese lombarde che producono calze, la Queen di Brescia ed Euro 2000 di Mantova.”Con queste imprese”, spiega Francesco Sanna, presidente della cooperativa sociale, “avevamo rapporti di collaborazione già da un paio di anni. Quando siamo venuti a conoscenza dell?opportunità offerta dalla legge Biagi ci siamo attivati coinvolgendo tutte le parti interessate”. Sanna ha riunito intorno a un tavolo il consorzio industriale di Macomer, le due aziende, e la direzione provinciale del lavoro. L?accordo scaturito prevede l?esternalizzazione di una parte del processo produttivo delle aziende: l?imballaggio e il confezionamento. “Chi critica l?articolo 14 della riforma Biagi”, riprende Sanna, “forse non conosce le cooperative sociali di tipo B. Nel nostro caso i nostri 17 lavoratori disabili sono inseriti in un contesto lavorativo di cui fanno parte altrettante persone ?normodotate?. Più integrazione di così!”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.