Su 200mila disabili recensiti in Belgio, circa 40mila risiedono nella regione della Vallonia. Tra loro si contano molti giovani a cui le autorità regionali offrono programmi di assistenza per l’integrazione durante il percorso scolastico e servizi di accompagnamento socio-professionale nei primi anni dell’età adulta. Fin qui tutto bene, se non che il coordinamento tra i due programmi lascia parecchio a desiderare.
Nel corso degli anni gli operatori sociali incaricati di seguire i giovani disabili hanno constatato che le informazioni raccolte dalle scuole, dai servizi di aiuto e di sostegno non sono condivise tra i vari attori coinvolti nella disabilità giovanile. «L’assenza di coerenza tra i nostri programmi di assistenza fa sì che l’uscita dalla scuola precipita molti giovani disabili in un periodo di inattività nel corso del quale perdono sia il contatto con la loro rete sociale che le conoscenze acquisite nel sistema scolastico». A rivelarlo è Bernadette Varlet, coordinatrice presso l’Agenzia vallone per l’integrazione delle persone disabili (www.awiph.be) di un programma triennale finanziato dalla Regione della Vallonia.
Lanciato nel gennaio scorso, “Transizione dei 16-25 anni” dispone di un budget pari 625mila euro che sono stati destinati a dieci progetti selezionati sull’insieme del territorio regionale. «Lo scopo è garantire a ogni ragazzo o ragazza coinvolto nel programma un piano di transizione solido e coerente tra la vita scolastica e la vita attiva del mondo del lavoro», spiega la stessa Varlet.
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