Cultura
Disabili, 10 testimonial per “il dopo di noi”
Il progetto della fondazione trevigiana 'Il nostro domani Onlus' per l'anno europeo delle persone disabili. coinvolta anche l'atleta Manuela Levorato
Presentato un progetto di sensibilizzazione sul “dopo di noi” per l’Anno del disabile, coinvolgendo personalità famose nel Trevigiano. E a settembre si inaugura la prima comunità alloggio della Fondazione
Cosa hanno in comune gli Alcuni (attori), Sergio Bellato (presidente Unindustria Treviso), i musicisti Mario Brunello e Tolo Marton, le politiche Maria Luisa Campagner e Letizia Ortica, il fotografo Orio Frassetto, la campionessa di atletica Manuela Levorato, la presidente dell’associazione di volontariato Advar Onlus Anna Mancini e la pittrice Gina Roma.
Sono profondamente radicati, e noti, nella Marca trevigiana, ciascuno nel proprio ambito sociale e professionale, ed sono accomunati dalla solidarietà verso le persone disabili e verso il “dopo di noi”.
Sono i dieci testimonial della Fondazione Il nostro domani Onlus per il 2003, Anno europeo delle persone disabili.
Il progetto è stato presentato dal presidente mons. Fernando Pavanello e dal vicepresidente sen. Angelo Pavan, alla presenza di alcuni testimonial: Anna Mancini, M. Luisa Campagner e Letizia Ortica, Gina Roma, Giovanna Masobello in rappresentanza degli Alcuni. Ciascuno di loro ha accettato di scattarsi una foto (l’autore dei ritratti è Orio Frassetto, a sua volta testimonial) e ha inventato un messaggio di solidarietà: i volti dei testimonial sorrideranno in manifesti che saranno affissi nei Comuni di Treviso, Castelfranco, Asolo, Montebelluna, Pieve di Soligo, Oderzo, Mogliano, Vittorio Veneto, Conegliano, e sono stati realizzati pieghevoli da distribuire in luoghi pubblici e durante le iniziative della Fondazione.
“I nostri amici, che ringraziamo pubblicamente per la loro disponibilità e per l’entusiasmo, ci aiuteranno a far conoscere gli obiettivi della Fondazione: progettare e curare la gestione di comunità alloggio per persone disabili quando verrà a mancare il sostegno della famiglia” ha spiegato mons. Pavanello. “Saranno Case accoglienti, alternative all’istituto e aperte al territorio, in cui la persona diversamente abile possa vivere da protagonista, in serenità”. Nell’occasione, il presidente ha annunciato l’inaugurazione ?il prossimo 20 settembre- della prima comunità alloggio della Fondazione, quella di Cavrié di S. Biagio di Callalta.
“Una tappa che ci incoraggia a proseguire anche con gli altri progetti: Vidor, dove è prossima l?ultimazione del primo stralcio, Breda di Piave, Preganziol, Oderzo, Volpago del Montello, Conegliano” ha commentanto mons. Pavanello. E? molto sentita, nel territorio, la necessità di alloggi per il “dopo di noi”: secondo la Commissione provinciale sulla residenzialità, nella Marca sono 1121 le persone disabili (oltre i 18 anni) con genitori ormai anziani.
“Bisogna provvedere nel breve tempo, altrimenti, mancando la famiglia naturale, si continuerà ad emarginare la persona diversamente abile, relegandola nei recinti del grande istituto. Un’inaccettabile, ulteriore sofferenza!” ha continuato il presidente. L’adesione gratuita e immediata di tanti amici al progetto 2003 fa capire come la causa del “dopo di noi” sia e debba essere trasversale, come ha ricordato anche Anna Mancini, la cui associazione assiste a domicilio malati tumorali in fase avanzata e terminale: “La solidarietà è un valore di tutti, qualsiasi sia l?ambito in cui si opera. E? questo il lato più bello di questo progetto, al quale mi sento vicina per il desiderio di offrire ai malati un presente e un futuro, per quanto possibile, ricco di speranza in un ambiente sereno e accogliente”.
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