Welfare

Disabile non vuol dire sciatto

Ernesto Simionato è un sarto. Oggi ha 72 anni. Disabile dalla nascita, lo scorso anno ha deciso di rientrare nel suo laboratorio per creare una linea di moda per disabili. Dopo un anno il progetto sembra essere pronto per decollare. Partner dell'iniziativa è la Cpd, consulta per persone in difficoltà. «Nessuno ci pensa mai», dice Simionato. «Ma bastano delle semplici modifiche nel taglio delle stoffe e nel posizionamento delle cerniere per avere un abito bello ed accessibile»

di Anna Spena

Per la maggior parte delle persone è un’operazione semplice, immediata, quasi ovvia. I vestiti – che nell’armadio sono sempre troppi – ai nostri occhi, invece, sembrano essere sempre troppo pochi. Ma anche se siamo “nell’era dell’accessibilità" il vestirsi per i disabili su sedia a rotelle diventa quasi un’impresa. E questo accade non solo per le difficoltà motorie, ma anche per una mancanza di attenzione da parte del settore dell’abbigliamento a produrre capi che possano, realmente, essere belli e indossati con semplicità da tutti. Però ci sono piccoli accorgimenti che, anche se non cambiano la vita, migliorano l'umore.

Così, nella città piemontese di Vercelli, un sarto ha deciso di procedere in proprio. Si chiama Ernesto Simionato; oggi ha 72 anni e lo scorso anno ha deciso di rientrare nel suo laboratorio per realizzare una linea di moda accessibile per tutti i disabili in sedia a rotelle. «Si è trattato solo di eseguire alcune semplici modifiche nel taglio delle stoffe e nel posizionamento delle cerniere», spiega. «Sono accorgimenti davvero minimi che non cambiano la linea del capo e che permettono di vestirsi in autonomia anche da seduti».

I suoi abiti Ernesto li ha proposti ad alcune aziende di moda. Ma la risposta è stata un secco no. Non si è dato per vinto e si è rivolto allo sportello del Mip (mettersi in proprio) della città di Torino che aiuta le nuove imprese durante la nascita e il posizionamento sul mercato. Mentre, un altro importate supporto è arrivato dal Cpd, la consulta per le persone in difficoltà, onlus che si occupa di accessibilità e diritti dei disabili. A loro, infatti, ha consegnato un questionario che nelle prossime settimane verrà recapitato agli enti e ai partner associati all’ente. A realizzare le domande lo stesso Simionato: hai difficoltà nel vestirti?; Che capi indossi?; Quanti ne compri in un anno?. «In base alle risposte ottenute», continua Simionato, «realizzeremo una linea di abbigliamento su misura, che speriamo di produrre e distribuire in proprio».

Il consigliere del Cpd Gabriele Piovano si è più volte occupato del tema abbigliamento-disabilità. «Nessuno ne parla mai, invece è un tema caldo nella vita dei disabili motori», dichiara. «Questo accade perché ognuno finisce con l’arrangiarsi come può. La maggior parte si rassegna ad una vita di sciatteria. E farsi vestire è quanto di più umiliante si possa immaginare per una persona adulta».

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