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Diritto societario: i sì e i “distinguo” di Legacoop

Il neopresidente Giuliano Poletti: «Base giuridica apprezzabile, frutto di un confronto proficuo con le centrali ma siamo contrari alla possibilità di diventare profit»

di Giampaolo Cerri

«Un’apprezzabile base giuridica per confermare il ruolo economico e sociale della cooperazione nel nostro Paese». Questo invece il commento del presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, al varo da parte del Cdm della riforma del diritto societario. «Pur confermando – prosegue – il nostro dissenso sulla possibilità, per le cooperative, di trasformarsi in società lucrative e pur giudicando il criterio della prevalenza insufficiente a misurare in modo compiuto la meritevolezza sociale delle cooperative, riteniamo che le nuove norme rappresentino un risultato importante, frutto di un approfondimento di temi delicati e complessi, svolto dal governo e dalle commissioni parlamentari competenti in un proficuo confronto con le centrali cooperative». Confronto – sottolinea Legacoop – che ha riguardato anche il recente decreto legge 63/2002, nel quale è stato definito un regime transitorio che, in attesa degli effetti della riforma societaria, già sottopone tutte le cooperative ad un pesante prelievo fiscale. Il testo approvato dal Governo riconosce la funzione sociale delle cooperative, connessa al loro scopo mutualistico, e insieme ad essa gli istituti che le caratterizzano (ristorno, variabilità del capitale, organizzazione democratica), delineando così un quadro normativo che considera il fenomeno della cooperazione in termini sostanzialmente unitari.


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