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Diritto societario: Confindustria polemica sulle coop

D'Amato critica l'impianto della riforma: «Non elimina la concorrenza sleale». Fioccano le repliche, di Vietti, Confcooperative e Legacoop.

di Giampaolo Cerri

Polemica, a scoppio ritardato, sulla riforma del diritto societario. O meglio, sulla parte che disciplina le cooperative.
Oggi, parlando all’Unione industriali di Torino, il presidente di Confindustria Antonio D’Amato ha esternato la propria contrarietà. Dando un giudizio positivo all’impianto complessivo della riforma, D’Amato ha criticato decisamente il lavoro della Commissione presieduta dal sottosegretario Michele Vietti (che tra l’altro è di Torino). «Non si è risolto il problema della concorrenza sleale da parte del mondo cooperativo», ha sottolineato l’industriale campano.
Un rilievo che non poteva passare inosservato. A stretto giro di agenzia stampa, hanno risposto, il numero uno di Confcooperative, Luigi Marino, il sottosegretario chiamato in questione e il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti.
Marino non usa giri di parole: «D’Amato non sa di cosa si stia parlando», dice, «la riforma impone nuovi severi vincoli alle cooperative e un’altra, di natura fiscale, le sottopone a un carico pesantissimo». Per Marino, il presidente di Assoindustria, «farebbe meglio ad affrontare le difficoltà in cui versano le sue associate e a riflettere sui danni causati al Paese dalla rigidità dell’azione di Confindustria, ad esempio sull’articolo 18».
Soft la replica di Vietti: «Sulle cooperative», ha detto, «si è inciso profondamente, con grande sforzo di razionalizzazione». Il sottosegretario ha ricordato che i benefici fiscali sono accordati esclusivamente alle cooperative definite “a mutualità prevalente”, proprio dalla riforma.
Per Poletti, la polemica di D’Amato «è sterile e infondata». Per Legacoop, le idee del leader industriale «sono fuori dalla realtà, che è quella di un mercato in cui le cooperative si misurano in corretta competizione con le altre imprese».

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