Politica

Diritto di voto locale via per l’integrazione

Il commento di Livia Turco sul problema legati all'immigrazione.

di Livia Turco

Il nostro splendido Mediterraneo non può diventare un mare che divora vite umane. I clandestini sono persone e non possiamo considerare la loro morte come un fatto ineluttabile, un effetto perverso della globalizzazione. È giunto il momento per il governo di cambiare tono e vocabolario sull?immigrazione e di mettere in campo una più efficace azione concreta. C?è bisogno di pacatezza, di senso della realtà e di coerenza ai fondamentali valori della dignità umana. La politica urlata della ?tolleranza zero? ha prodotto, dopo un anno di governo Berlusconi, l?aumento degli sbarchi di clandestini e il ricorso a una confusa sanatoria. Paradossale per chi aveva promesso agli italiani: basta clandestini e mai più sanatorie. Ma, soprattutto, quella politica ha provocato incertezza e, dunque, insicurezza tra i datori di lavoro, gli immigrati e nelle famiglie. In nome di una legge più severa verso la clandestinità il governo ha di fatto interrotto un processo virtuoso che aveva messo sui binari giusti la politica migratoria: contrasto della clandestinità, ingresso regolare, accordi con i Paesi da cui provengono i flussi migratori, integrazione degli immigrati in regola. Il governo ha bloccato l?ingresso regolare per lavoro, non ha stipulato accordi bilaterali, non ha aperto centri di accoglienza e non ha promosso politiche di integrazione. Eppure non c?è alternativa a una politica legale dell?immigrazione. Per questo, di fronte ai nuovi morti e all?entrata in vigore di una legge, la Bossi-Fini che renderà difficile entrare in modo legale nel nostro Paese e che riduce l?immigrato a ?lavoratore-ospite?, bisogna saper guardare avanti e allargare l?orizzonte. L?Europa, gli accordi bilaterali, la cooperazione con il Sud del mondo, da un lato; e dall?altro una battaglia concreta per riconoscere cittadinanza agli immigrati a partire dal diritto di voto a livello locale. Su questo punto avanzo una proposta: costituire nei prossimi mesi un comitato promotore che lanci una proposta di legge di iniziativa popolare (che dovrà modificare la Costituzione) per riconoscere i diritti politici agli immigrati. Perché è proprio la partecipazione politica e il diritto di voto ciò che sul piano simbolico rappresenta in modo compiuto il principio della pari dignità tra cittadini italiani e stranieri. La partecipazione politica non è un lusso che si concede agli immigrati, ma al contrario costituisce la modalità per un loro coinvolgimento attivo e per la loro piena assunzione di responsabilità nei confronti della crescita sociale, civile e culturale del Paese in cui abitano. Il diritto di voto è l?esercizio di un dovere e di una responsabilità che unisce italiani e stranieri.


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