Mondo
Diritto d’asilo, la Polonia fuorilegge
«I respingimenti che esercita la Polonia», spiega Gianfranco Schiavone dell’Asgi, associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, «sono a tutti gli effetti illegittimi. La Bielorussia sta sicuramente strumentalizzando le persone e le tratta come armi di ricatto, ma il fatto che siano state spinte verso l’Unione non autorizza la Polonia a bloccarne l’ingresso»
di Anna Spena
Kuznica è un villaggio nella contea di Sokółka, nel voivodato di Podlaskie, nord-est della Poloni al confine con la Bielorussia. Quanti sono i migranti bloccati qui? Stime ufficiali non esistono, si ipotizza siano migliaia. L’area, per ora, è off limits per giornalisti e organizzazioni umanitarie. Arrivano da Afghanistan e altre zone delicate del Medio Oriente ma soprattutto dall'Iraq negli ultimi giorni. Sono diventati l'oggetto di una guerra tra Minsk e Versavia, una guerra che non ha valore, e di cui, a farne le spese sono sempre i civili che vengono da giorni respinti dai soldati polacchi mentre provano a passare il muro spinato. «Respingimenti», spiega Gianfranco Schiavone dell’Asgi, associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, «che sono a tutti gli effetti illegittimi».
La Polonia sta negando il diritto d’asilo?
I respingimenti sono illegittimi. Qualunque sia la situazione che porta queste persone al confine polacco, qualunque sia la strumentalizzazione che la Bielorussia sta facendo di queste persone, dobbiamo ricordarci che i migranti che arrivano al confine sono persone di Paesi Terzi che chiedono di entrare in Europa per presentare una domanda di protezione internazionale. Persone che fuggono da situazioni di violenza e rischiano la vita nei Paesi d’origine.
Come sono arrivate in Bielorussia?
La Bielorussa ha strumentalizzato queste persone, le ha usate e le sta usando come vere e proprie armi di pressione contro la Polonia. Il Paese ha concesso una serie di visti e facilitazioni per l’ingresso sul territorio. Una volta arrivate in Bielorussa le persone non hanno avuto nessun tipo di protezione ma sono state spinte verso i confini dell’Unione Europea. Ma il fatto che siano state spinte verso l’Unione non autorizza la Polonia a bloccarne l’ingresso.
È una questione politica
Sì, le perone sono diventate armi per il governo bielorusso. Armi di ricatto. Ma ripeto, nonostante questa palese evidenza, l’Unione Europea non può cancellare il diritto d’asilo alle sue frontiere. Nessuna norma del diritto dell'Unione ne prevede la sospensione, qualunque sia il motivo, e la Polonia non può aggirare tutto ciò proclamando lo stato di emergenza. Certo è condannabile come le persone sono state condotte sul confine, bisogna agire e prendere provvedimenti nei confronti della Bielorussia, ma nonostante tutto la Polonia è tenuta a non respingere, tanto più con violenza, le persone. Nel diritto d’asilo è irrilevante come le persone siano arrivate su un confine, quello che conta è che la loro vita, nel Paese d’origine, era in pericolo e che nel Paese che li sta usando come armi, la Bielorussia, non possono avere accesso ad alcuna forma di protezione. Va riconosciuto che la spregiudicatezza politica da parte del regime di Minsk è estrema ma la crisi non può essere risolta usando le stesse vittime di Minsk come armi anche da parte dell’Europa. Quello che la Polonia sta cercando di fare è sospendere lo stato di diritto e ciò è inaccettabile. Non c’è nessuna giustificazione che possa reggere tale deriva. Se la Polonia continua a respingere si abbassa al livello della Bielorussia, e se l’Europa rimane ferma (giacchè nessuna condanna è finora giunta verso la condotta della Polonia) rischia di scrivere una pagina sconcertante della sua storia minando la propria stessa esistenza. Sono già morte per freddo e stenti almeno una decina di persone ma si tratta di dati sottostimati e il numero potrebbe salire vertigionosamente in poche ore. Morawiecki, presidente polacco, non chiede l’intervento di Frontex, il governo vuole agire indisturbato. Perché la Polonia sa di commettere non solo gravi illegalità, ma persino crimini quando, oltre ad impedire l'accesso alla propria frontiera da parte dei rifugiati, persino impedisce l'arrivo dei soccorsi umanitari e fa morire le persone intrappolate ritenendo follemente che distribuire viveri e coperte costituisca un fattore di attrazione.
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