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Diritto d’asilo, Cir: «La nuova versione del ddl è un passo in avanti»
Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati : «lmeno ripristinato il principio che un ricorso al giudice ha effetto sospensivo»
di Redazione
Se il testo del Decreto Legislativo sulla procedura d’asilo deciso oggi dal Consiglio dei Ministri diventerà effettivo, saranno tempi più duri per chi richiede asilo in Italia. Verrà abolita la libera circolazione nel territorio nazionale e dato al prefetto il potere di stabilire il luogo di residenza. Inoltre, per molti richiedenti asilo, qualora la loro richiesta in prima istanza abbia dato esito negativo, una effettiva seconda possibilità per ottenere protezione sarà sottoposta alla valutazione del giudice caso per caso.
Tuttavia, rispetto allo schema di decreto legislativo presentato dal Governo alle Camere nel mese di giugno, in questa versione è stato almeno ripristinato il principio che un ricorso al giudice ha effetto sospensivo e quindi permette al potenziale rifugiato di rimanere in Italia in attesa della decisione del tribunale. Quanto incideranno le numerose eccezioni a tale principio, dipenderà dalla concreta attuazione della nuova normativa, innanzitutto nei confronti di chi sbarca sulle coste del mediterraneo e richiede asilo dopo l’arrivo. Dipende anche dall’interpretazione che verrà data della nuova figura della “manifesta infondatezza” di una richiesta d’asilo.
“Siamo soddisfatti” ha dichiarato Christopher Hein Direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) “che l’intenso nostro lavoro, dell’UNHCR e degli altri Enti riuniti nel Tavolo Asilo, nei confronti del Governo e del Parlamento, ha contribuito ad evitare una riforma ben peggiore”.
L’insolita procedura adottata, con la quale il testo sarà proposto ad un esame informale della Commissione Europea prima della definitiva approvazione, costituisce certamente una garanzia in quanto alla conformità della riforma alla normativa comunitaria. E’ però da ricordare che la direttiva europea di riferimento è stata oggetto di dure critiche da parte dell’insieme degli enti di tutela dei rifugiati in tutta Europa. Permette infatti agli Stati infinite possibilità di deroga a principi fondamentali del sistema di protezione internazionale dei rifugiati. L’Italia dandone attuazione solo lo scorso marzo aveva avuto il grande pregio di non utilizzare tali deroghe istituendo, anzi, un elevato livello di garanzie per chi richiede asilo. Il provvedimento deciso oggi restringe notevolmente queste aperture.
Per quanto riguarda il ricongiungimento familiare, il CIR è contento che l’inasprimento delle condizioni economiche per richiedere l’arrivo dei propri congiunti in Italia proposto dalle Commissioni delle Camere non sia stato recepito dal Governo. L’effettiva fruizione del diritto all’unità familiare è una condizione fondamentale per l’integrazione dell’immigrato e ancor più per quella di chi è dovuto fuggire dal proprio paese a causa di violenza e di guerre.
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