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DIRITTI UMANI. Vinicio Capossela premiato da Amnesty

Suo il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel 2008

di Gabriella Meroni

Vinicio Capossela, con “Lettere di soldati”, è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la liberta’ per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente. La premiazione di Vinicio Capossela avra’ luogo a Villadose (Rovigo), nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la liberta’ – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 16 al 19 luglio.

“Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo” – ha dichiarato Vinicio Capossela.  “Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l’impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati concluse il suo concerto cantando ‘Il disertore’ di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a tutta questa gente sull’orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui piu’ che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la piu’ grande cassa di risonanza”.

“Anni sono passati e a quella guerra ne sono seguite altre, per quanto possibile ancora peggiori” – ha aggiunto Capossela. “Dopo la Paura, ho voluto provare a mettere a fuoco l’impersonalita’ dell’uccidere. La gente che salta in aria da lontano, senza vedersi. E soprattutto il meccanismo della regola d’ingaggio. Il regolamento dell’uccidere. Lo stabilire quando e’ legale ammazzare. La freddezza della tecnologia delle armi. L’applicazione della chirurgia per cambiare i pezzi rotti, i crani, gli arti a chi salta in aria. L’ho fatto a mezzo di una canzone e di un battito del cuore, cercando di rendere oggettivamente la negazione dell’uomo, l’affidare la sua anima alle lettere. Le lettere, piu’ vere di ogni retorica, che sono quelle che non arrivano a destinazione, nella grande Paura videodiffusa. Una canzone non e’ nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty International per il lavoro che svolge e per l’attenzione che ha dedicato al mio”.

“La canzone ‘Lettere di soldati’ di Vinicio Capossela ci racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica romantica e senza alcuna traccia di eroismo” – ha affermato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “Descrive la guerra come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in cui l’uomo perde la propria identita’ e umanita’. Amnesty International e Voci per la liberta’ hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perche’ porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del XXI secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione”.

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