Welfare

Diritti umani: Usa accusati di “voli della tortura”

I movimenti di un jet Gulfstream (numero di registrazione N379P) sono riportati nei diari di bordo pubblicati dal Sunday Times e documentano oltre 300 voli in 2 anni

di Paolo Manzo

La Cia e l’intelligence militare americana si servono di un jet Gulfstream per portare sospetti terroristi in paesi che usano la tortura nelle loro carceri. I movimenti dell’aereo sono riportati nei diari di bordo di cui è venuto in possesso il Sunday Times, che documentano più di 300 voli in due anni. Fra i paesi a cui gli americani hanno consegnato prigionieri figurano l’Egitto, la Siria e l’Uzbekistan. Tali destinazioni rafforzano il sospetto che la Cia e i servizi del Pentagono pratichino una sorta di ”tortura per procura” portando i sospetti in paesi dove vengono estorte informazioni con metodi proibiti dalla legge americana. Washington ha sempre negato le accuse, avanzate da alcuni ex agenti della Cia e attivisti per i diritti umani. Il Gulfstream, numero di registrazione N379P, parte sempre da Washington e si è diretto in 49 destinazioni all’estero, fra cui il centro di detenzione di Guantanamo, diverse basi americane, l’Egitto, la Giordania, l’Iraq, il Marocco, l’Afghanistan, la Libia e l’Uzbekistan. Non serve solo per il trasporto prigionieri, ma anche per missioni di funzionari dell’intelligence della difesa. ”Se si vuole un interrogatorio serio si manda il prigioniero in Giordania, se si vuole farlo torturare lo si manda in Siria, se si vuole far sparire qualcuno lo si manda in Egitto”, afferma Bob Baer, un ex agente della Cia in Medio Oriente. Il primo trasferimento documentato di prigionieri è stato segnalato in maggio dalla televisione svedese, anche se i fatti risalivano al dicembre 2001. Agenti americani arrivarono a Stoccolma sul Gulfstream per prelevare due sospetti terroristi e portarli in Egitto, in quella che fu presentata come un’estradizione verso il paese arabo senza citare il ruolo degli Stati Uniti. Alcuni testimoni hanno riferito che gli americani avevano il volto coperto. I prigionieri furono ammanettati e vestiti di arancione dopo che era stato dato loro a forza un sedativo. Ahmed Agiza, 42 anni, e Muhammad Zery, 35, (quest’ultimo poi prosciolto dalle accuse) hanno poi riferito di essere stati torturati in Egitto con percosse e scosse elettriche. Un altro ”viaggio” del Gulfstream riguarda Jamil Gasim, uno studente yemenita sospettato di legami con al Qaeda, prelevato in Pakistan e portato in Giordania. Nel gennaio 2002 Muhammad Saad Iqbal, 24 anni, sospettato di legami con Al Qaeda, è stato portato da Giacarta in Egitto. Di entrambi non si è più avuta notizia.


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