Diritti: Lilliput contro BasicNet/Robe di Kappa

Rete Lilliput rilancia la Campagna di pressione su BasicNet/Robe di Kappa avviata durante i mondiali di calcio svoltisi in Giappone e in Corea nel giugno scorso. E’ possibile firmare la petizione visitando il sito www.retelilliput.org La decisione e’ stata presa dopo aver analizzato e discusso le risposte standard che Marco Boglione, presidente di BasicNet spa, ha inviato agli oltre 1500 ”cittadini-consumatori” che durante queste settimane hanno spedito messaggi di sdegno alla societa’ torinese. Nelle lettere si chiedeva a BasicNet di cessare la produzione di abbigliamento sportivo in Birmania, paese in cui attualmente vige un regime militare dittatoriale che non tutela ne’ i diritti umani ne’ quelli dei lavoratori. Secondo Francesco Gesualdi, responsabile del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano, le risposte del presidente di BasicNet spa sono insoddisfacenti. ”Lo sfruttamento dei lavoratori continua, soprattutto in quelle aziende prive di codici di regolamentazione etica della produzione o di meccanismi esterni di controllo. Inoltre BasicNet asserisce che i salari non debbano rientrare fra i diritti umani e sindacali ma possano essere calcolati in ”funzione del contesto economico in cui e’ inserito il lavoratore”. Per noi il giusto salario e’ quello che consente di far fronte ai bisogni fondamentali senza essere costretti ad allungare la giornata lavorativa fino a 12-15 ore, nel tentativo di recuperare con lo straordinario margini di reddito che non vanno comunque oltre il livello della pura sopravvivenza. Del resto, il sistema SA8000 a cui fa riferimento BasicNet include fra i suoi principi anche il concetto di salario dignitoso e il monitoraggio esterno del codice di condotta. Perche’ allora questo assunto viene tralasciato dalla produzione di abbigliamento sportivo marcato Kappa?”