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Diritti dei bambini le nuove sfide.

Il 20 Novembre ricorrono i 10 anni della Convenzione ONU Sui diritti del fanciullo.

di Ernesto Caffo

I l 20 novembre ricorrono i dieci anni della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo. È del 1989, infatti, il documento internazionale più innovativo nel suo genere, perché pone alla sua base il riconoscimento del bambino come persona con propria dignità e valore. Due i pilastri della Convenzione: gli Stati sottoscrittori devono garantire ai soggetti in età evolutiva la protezione e l’aiuto della comunità per la soddisfazione delle loro esigenze e bisogni; e in secondo luogo devono tenerli ben presenti nell’emanazione di provvedimenti che riguardino la loro capacità di autonomia, di autodeterminazione e anche di esercizio attivo dei loro diritti.
Nel 1991 l’Italia ha ratificato la Convenzione Onu e nel 1995 ha presentato il suo primo rapporto sulla sua applicazione alla Commissione che ha sede a Ginevra. L’anno successivo, gli Stati europei (ma non ancora il nostro Paese) si sono impegnati con la Convenzione Europea per l’esercizio dei diritti dei bambini. In Italia, in questi ultimi anni, si sono varate alcune leggi importanti come la 285/97 sui diritti e le opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, la 476/98 che ha ratificato la Convenzione in materia di adozioni internazionali e la 448/98 sui congedi parentali, ma ancora non basta. C’è una sfida da affrontare con più decisione e convinzione: quella di valorizzare appieno il ruolo dell’associazionismo e del privato sociale, come soggetto in grado di rispondere, spesso più compiutamente dello Stato, alle esigenze e ai bisogni della società. In una parola, anche nel campo della promozione dei diritti dell’infanzia, occorre riconoscere il ruolo dei corpi intermedi. Per vincere le residue resistenze, i residui sospetti, per non indugiare più in una visione burocratica dei bisogni e dei servizi basterebbe guardare alla storia di questo Paese e considerare come l’assistenza alle fasce più deboli di popolazione sia in larga misura la storia di realizzazioni dei corpi intermedi della società: una trama di risposte messe in atto da organizzazioni (laiche o cattoliche) che hanno autonomamente creato iniziative finalizzate a rispondere a bisogni antichi e nuovi e a promuovere la dignità della persona umana, in qualsiasi età, stato sociale, condizione esso si trovasse.
Nell’occasione dei dieci anni della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo anche in Italia vorremmo che sempre di più Stato ed Enti locali guardassero alle organizzazioni della società civile come alleati, alleati indipendenti ma leali, dando loro la possibilità reale di rispondere a tutte le tante domande che i bambini continuano a rivolgere alla distrazione di noi adulti.

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