Cultura

Diritti d’autore: il Mei contro i social network

Il Meeting delle etichette indipendenti propone una class action contro le multinazionali proprietarie

di Redazione

Attivare una “class action” contro le multinazionali dei grandi social network per ottenere il pagamento dei diritti sui contenuti musicali e più in generale culturali che rendono le pagine di questi siti molto più appetibili anche per gli inserzionisti e che generano dunque enormi profitti. È la proposta lanciata dal Mei (il Meeting delle Etichette Indipendenti), oggi a Bologna durante il dibattito sul diritto d’autore online, moderato da Guido Scorza e organizzato da Altratv.tv all’interno del Meeting sull’Italia Digitale Punto.it.  

«È impensabile che tali grandi multinazionali continuino a non riconoscere ai singoli utenti produttori e diffusori di musica e di cultura una quota dei loro enormi guadagni», ha dichiarato Giordano Sangiorgi, patron del Mei, la manifestazione che da quindici anni è il punto di riferimento della nuova scena musicale italiana. «A tale proposito andrebbe costruita una grande federazione dei diritti unitaria che veda insieme Siae, Scf, Nuovo Imaie e tutte le associazioni di categoria del settore culturale per andare a incontrare questi “signori” e chiedere loro, insieme alle multinazionali della telefonia, di remunerare con un equo compenso questo prezioso lavoro di produzione e diffusione culturale che, se non se non avrà i giusti compensi e le necessarie risorse, rischia di scomparire e di annullare un futuro musicale e culturale per le giovani generazioni del nostro paese», ha aggiunto.

La proposta è stata accolta dagli applausi dei presenti durante un animato e partecipato dibattito che ha visto presenti, a esporre diversi punti di vista sulla materia del diritto d’autore online, ove, oltre a essere tutti d’accordo sulla necessità di mantenere il diritto d’autore come elemento giusto di remunerazione dell’opera creativa per gli autori, prevaleva la necessità di fare una normativa che combattendo con forza la pirateria non censuri e oscuri la rete, tra l’altro fornendo quest’arma in mano ad autorità senza competenza. Nel dibattito è emerso l’impegno da parte della Siae di favorire licenze “agevolate” per le web radio e web tv così come per i giovani autori esordienti con una sorta di “Creative Commons” gratuita italiana supportata da Siae, lanciata tra l’altro all’ultima edizione del Mei.

«È necessario – ha concluso Giordano Sangiorgi – che tutta la produzione culturale indipendente del nostro paese faccia fronte comune e un tavolo unico di lavoro sui diritti se non vorrà perdere importanti risorse che le spettano per vivere e poter reinvestire sui giovani talenti e sull’innovazione che altrimenti resteranno solo nelle casse delle potenti major straniere nuova diffusione on line dei contenuti».

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