Oggi Rossano Ercolini, maestro elementare originario della provincia di Lucca, stringerà la mano a Barack Obama nel corso di una cerimonia presso il Ronald Reagan Building and International Trade Center di Washington. Lo farà in qualità di vincitore della sezione ambientale del prestigioso “Goldman Prize”, da alcuni definito il “Premio Nobel alternativo”, ma dalla stessa forza e autorevolezza.
Il premio va ogni anno a chi si è contraddistinto per il suo impegno ambientale. Di Ercolini viene premiato quello contro gli inceneritori e a favore della strategia “Rifiuti zero” che si sta facendo largo in tutto il mondo. È curioso che per l’edizione 2013, sia stato un italiano ad essere premiato: spesso riconoscimenti di questo tipo vanno soprattutto, e per fortuna, ad attivisti del “sud” del mondo, anche per contribuire alla loro sicurezza dal momento che si battono contro interessi ciechi e grandi. Segno, ancora una volta, che è anche e sopratutto il “nord” del Mondo oggi ad essere chiamato a dare il meglio di sé per restituire speranza al Pianeta.
La Fondazione Goldman ha voluto premiare Rossano Ercolini, poiché “quando sentì parlare dei progetti di edificazione dell’inceneritore nel suo Comune, ritenne di avere la responsabilità, come educatore, di proteggere il benessere degli studenti e di informare la comunità in merito ai rischi dell’inceneritore e alle soluzioni per la gestione sostenibile dei rifiuti domestici del Paese”, come si legge nella motivazione del premio. Era contrario, ostinatamente contrario, alla realizzazione dell’impianto in anni in cui il pensiero unico sui rifiuti non lasciava scampo: produrre, mandare in discarica, incenerire.
Oggi nel suo Comune, Capannori, si persegue la strategia “Rifiuti zero” e lui è presidente del Centro di ricerca Rifiuti Zero. Non è mai finito, non certo per colpa sua, a fare l’amministratore, era giudicato troppo “estremista”. Ma non si è mai arreso. Ha continuato e ha allargato l’orizzonte del suo impegno girando tutta Italia in migliaia di assemblee, in alcune delle quali parlando davanti a poche e quasi rassegnate persone, altre affollate e arrabbiate che gridavano la loro indignazione, come nel napoletano, per chi voleva la soluzione e dell’emergenza rifiuti con le stesse armi che l’avevano generata.
Negli anni ’90, quando Ercolini si impegnava con un gruppo di amici lucchesi, erano in pochi a sostenere la loro battaglia e anche nei Verdi, il partito ecologista italiano morto per errori fatti e mancanza di credibilità nella sua classe dirigente, i distinguo erano molti.
Oggi viene premiato con il più prestigioso premio ambientale mondiale: la lezione insegna che non si deve aver paura dell’utopia, anche quando sembra irrealizzabile, ma anche che l’utopia stessa si costruisce ogni giorno con ostinazione, intelligenza e coraggio.
In Italia, lo scorso 27 marzo è stata depositata in Corte di Cassazione la Legge d’iniziativa popolare sui Rifiuti zero, che mira a una riforma organica del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti e si articola attorno a 5 parole chiave: sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione e lavoro. Dalla scorsa domenica, per sei mesi, le firme verranno raccolte in giro per l’Italia: ne servono 50mila a sostegno della proposta di legge. Serviranno a riportare al centro della discussione politica le proposte virtuose nella gestione dei rifiuti.
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