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Direttiva Ue per facilitare le donazioni tra Stati

Ogni giorno 12 cittadini europei muoiono perché non hanno trovato un donatore; tra i problemi, la comunicazione fra stati

di Sara De Carli

Ci sono circa 60mila persone in Europa che attendono un organo per un trapianto. E ogni giorno circa 12 di loro muoiono perché non hanno trovato un donatore. Partendo da questi dati il Parlamento europeo il 20 maggio scorso ha approvato una direttiva sul trapianto di organi (643 voti a favore, 16 contrari e 8 astensioni), che accoglie i suggerimenti della relazione dell’eurodeputato Miroslav Mikolášik (PPE, SK): lo scopo è quello di accelerare le procedure di donazione e fissare i principi per regole comuni sulla sicurezza e la qualità valide in tutta l’UE per la donazione di organi, il trapianto e lo scambio di organi fra Stati membri. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per trasferire la direttiva nella legislazione nazionale.

Incoraggiare le donazioni

Il problema è che in Europa non ci sono donazioni sufficienti. Benché l’81% della popolazione europea si dica favorevole alla ‘Tessera del donatore’, infatti, solo il 12% la possiede. E le differenze fra un Paese e l’altro sono enormi. In più non c’è un sistema che permetta di “scambiare” gli organi donati fra paesi europei, cosa che a volte genera dei “traffici illegali”: da qui il bisogno di creare un’area europea in cui, grazie alla cooperazione tra Stati membri, a standard di sicurezza condivisi e una campagna di comunicazione comune, la donazione di organi diventi più facile e più diffusa.

La direttiva quindi mira innanzitutto a «fissare i principi che devono guidare la donazione, che deve essere sempre gratuita, volontaria, e tutelare con particolare attenzione il donatore vivente», ha detto Mikolášik. Per prevenire il traffico illegale di organi «ogni commercializzazione o incentivo finanziario deve essere bandito». 

Una rete europea

Per garantire la massima efficienza del sistema, ogni Stato membro dovrà designare un’autorità competente – pubblica o non-profit – con il compito di stabilire le norme da rispettare in tutti gli stadi del procedimento, dalla donazione al trapianto, sulla base dei criteri approvati a livello europeo. Gli Stati membri avranno inoltre la facoltà di imporre criteri più severi di quelli previsti dalla direttiva.

Attualmente molti paesi – fra cui l’Italia – sono esclusi dalle due organizzazioni di scambio internazionale esistenti (Eurotransplant e Scandiatransplant), eppure «ci sono organi di buona qualità con una buona tracciabilità» in tutta l’UE, ha precisato Mikolášik.

Info: www.europarl.europa.eu

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