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Direttiva sui licenziamenti collettivi estesa anche alle realtà non profit

L'Italia é stata condannata dalla Corte europea di giustizia dietro sollecito dei dipendenti degli organismi senza fini di lucro.

di Giulio D'Imperio

Il 16 ottobre 2003 l?Italia è stata condannata dalla Corte europea di giustizia per non aver dato attuazione alla direttiva 98/59/Ce relativa ai licenziamenti collettivi, escludendo i datori di lavoro che agiscono senza fine di lucro. Tale pronuncia è scaturita da un?iniziativa presa dalla Commissione europea dietro sollecito dei lavoratori dipendenti di organismi senza fine di lucro, che avevano evidenziato disparità di trattamento nelle previsioni del legislatore italiano con la legge n. 223/1991, tra le aziende profit e quelle non profit. In pratica, i lavoratori avevano evidenziato che la normativa italiana, rispetto a quanto previsto dalla direttiva dell?Unione, aveva ristretto l?ambito applicativo delle norme relative all?obbligo di informazione, comunicazione e notifica ai soli datori di lavoro individuabili come imprenditori. La normativa Ce aveva invece previsto che per licenziamenti collettivi si intendono quelli effettuati da un datore di lavoro, che può essere anche colui che agisce senza fine di lucro.

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