Welfare
Dipendenze,la chiave di voltaè la formazione
emilia romagna Le novità del Programma regionale 2008-2010
di Redazione

Programmazione degli interventi, integrazione fra i soggetti pubblici e del privato sociale, prevenzione degli abusi. Ma soprattutto: formazione. È questa la parola d’ordine del Programma regionale sulle dipendenze patologiche per il triennio 2008-2010, approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia Romagna. Formazione rivolta a chi è impegnato nella cura e nella riabilitazione dei consumatori di sostanze legali e illegali ma anche a chi, come le forze dell’ordine, agisce sul fronte della repressione.
Formazione per gli alunni delle scuole, i lavoratori, per chi è stato “beccato” alla guida in stato di ebbrezza e per chi, naturalmente, è vittima delle dipendenze. L’Emilia, in particolare, punta sulla crescita professionale del personale medico, degli educatori e dei volontari che operano nel settore delle dipendenze. La battaglia contro l’uso di alcol, fumo e droghe si vince, insomma, con un esercito più preparato ed equipaggiato. Il Piano dà attuazione alla normativa sull’accreditamento licenziata nel 2005 che prevede, infatti, per i professionisti che operano all’interno di servizi ambulatoriali e residenziali pubblici e privati sulle dipendenze patologiche, il possesso di adeguati titoli di studio e la partecipazione a programmi di educazione continua. Le équipe delle strutture residenziali e semiresidenziali, fra cui si contano numerose attività gestite dal non profit, devono contare fra le loro fila personale in possesso di titoli di istruzione e competenza analoghi a quelli previsti per le strutture ambulatoriali, oppure essere in possesso di laurea in campo pedagogico, sociologico e in generale nel campo delle scienze umane, o essere in possesso di riqualificazione regionale.
Anche il personale volontario deve essere adeguatamente qualificato. Il programma punta il dito, inoltre, contro la carenza di corsi dedicati da parte delle agenzie formative e dell’università in particolare. Ad esempio, si fa notare, i medici del settore sono in possesso di specializzazioni di diversa natura (medicina interna, infettivologia, farmacologia, tossicologia clinica, psichiatria ecc.) che a volte non prevedono neppure un insegnamento specifico sulle dipendenze. Per gli educatori professionali, invece, il programma segnala l’opportunità di unificare in un percorso insegnamenti di Medicina e Scienze della formazione.
Anche per i servizi di prossimità (le unità di strada), l’orientamento è di definire almeno per il coordinatore il possesso di laurea in Scienze dell’educazione o equipollenti e documentata esperienza. Per quanto attiene, infine, le strutture private accreditate, il programma rileva la necessità di individuare percorsi formativi che vadano al di là dei corsi di riqualificazione regionale già attivati.
Sul piano organizzativo, il Programma sancisce l’ufficializzazione di due innovazioni introdotte un anno fa. La prima è l’accorpamento in un’unica struttura dipartimentale dei servizi di salute mentale e delle dipendenze patologiche (l’ingresso dei Sert nei dipartimenti è avvenuto da tempo nella maggior parte delle Ausl regionali). La seconda è l’istituzione dei programmi aziendali sulle dipendenze patologiche, una novità che ha facilitato l’integrazione tra i servizi, tra pubblico e privato sociale e le relazione con gli enti locali.
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