Cultura

Dio lo vuole? La Lega scende in piazza brandendo crocefissi

Manifestazione leghista oggi a Milano per i crocefissi nelle aule scolastiche e naturalmente dai rigurgiti xenofobi. Oltre che contro "una certa Chiesa"...

di Ettore Colombo

Sabato pomeriggio alle 17 l’ala cattolica (e integralista) della Lega si è radunata in piazza Duomo a Milano per una manifestazione, dal titolo “Orgoglio padano, orgoglio cristiano” (sic): obiettivo, ribadire l’importanza dei valori cattolici per il Carroccio. L’iniziativa è stata organizzata dai Volontari Verdi guidati da Max Bastoni (nomen omen?) e Mario Borghezio, che già scesero in piazza due anni fa contro l’Islam e l’immigrazione clandestina. “La Padania è cristiana e tale deve rimanere – scrive Max Bastoni sulla Padania – pretendiamo dunque rispetto per le nostre tradizioni: se ci verrà dato, faremo lo stesso, altrimenti siamo disposti a lottare. Specialmente contro quelle politiche catto-comuniste che, in nome di una finta solidarietà, facilitano l’invasione islamica nelle valli del Po”. Insomma, alta politica. Mentre nel vicino Duomo officiava sua Eminenza Dionigi Tettamanzi e nel pieno di uno shopping invernale incurante dei pochi leghisti, in piazza sono scese circa mille persone, ma il vero protagonista della manifestazione è stato – con una non piccola venatura di blasfemia (non ricordiamo, a memoria, altre manifestazioni politiche che brandivano simboli religiosi…) il “popolo dei crocefissi” leghista, ben rappresentato da Federico Bricolo, parlamentare padano doc e autore di una proposta di legge che vuole obbligare lo Stato a rimettere il simbolo cristiano all’interno delle aule scolastiche. “I crocefissi, peraltro già previsti dalla legge, vengono tolti secondo una tendenza anticattolica portata avanti da molti professori di sinistra. La mia proposta nasce in questo senso ed è stata accolta con entusiasmo da molti colleghi della Casa delle Libertà, compresa il ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti. Ora aspettiamo solo che il testo arrivi in aula”. Chi sostiene che il crocefisso in classe offende i ragazzi di altre religioni dice una sciocchezza: è un simbolo della nostra cultura che tutti devono rispettare. A chi ha criticato la mia legge dico: andate nei paesi islamici a vedere come vengono trattati i cattolici e saprete chi è veramente intollerante”. (I leghisti, invece, come si sa, sono un esempio di virtù cristiane, tolleranza, spirito caritatevole e altruismo, l’onorevole Bricolo in testa). “L’estremismo dell’Islam ci fa paura”, continua Bricolo (che invece fa paura a noi, guarda un po’…) “soprattutto dopo i tanti arresti compiuti in Italia. Sappiamo che all’interno delle moschee si fa propaganda alla jihad e vengono reclutati possibili terroristi: ora io dico, come faccio a credere agli imam che in televisione si professano moderati se poi essi non denunciano gli estremisti che frequentano le loro moschee? Dicono di professare un Islam moderato e poi veniamo a sapere che in Italia ci sono duemila terroristi. Come faccio a fidarmi?”. E gli italiani come fanno a eleggere persone così? La manifestazione vorrebbe anche essere un atto di distensione con la Chiesa, specie dopo gli attacchi di Bossi ai vescovi un paio di settimane fa. “La Lega è un partito laico, al cui interno sono presenti anche i valori cattolici, che del resto fanno parte della cultura e delle tradizioni del popolo del Nord. Per questo li difendiamo, come dimostrano le nostre battaglie contro la fecondazione assistita e per la famiglia tradizionale – precisa Bricolo – le stoccate di Bossi riguardavano un certo tipo personaggi che si espongono e fanno politica per la sinistra, come don Vitaliano, don Gallo, monsignor Luigi Bettazzi (dunque, di fatto, siamo alla caccia al prete rosso…). D’altronde se i preti si mettono a fare politica non devono sorprendersi di ricevere critiche da chi non la pensa come loro”. Critiche o insulti? Come quelli indirizzati nei confronti di vescovi, direttori della Caritas, preti e frati in prima fila nel sostegno ai poveri, agli extracomunitari ed alla causa della pace. Argomenti che, crocefissi o meno in piazza, ai leghisti ripugnano.


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