Famiglia

Dimezzate le speranze o voi che partite

Servizio civile. Intervista a Carlo Giovanardi. Il ministro mette fine al balletto delle cifre: il traguardo dei 60mila volontari entro il 2006 non sarà tagliato.

di Stefano Arduini

Fino a ieri l?obiettivo dichiarato del governo era di raggiungere quota 60mila volontari di servizio civile entro il 2006. Un traguardo che difficilmente sarà tagliato, malgrado le speranze degli enti. Carlo Giovanardi, ministro con delega al servizio civile, in questa intervista si prende la responsabilità di spiegare con apprezzabile sincerità perché certi numeri, di fronte alle ristrettezze di bilancio, non possono più realisticamente essere ipotizzati. Vita: Gli enti sono sul piede di guerra. Molti indizi fanno pensare a un ridimensionamento del servizio civile rispetto alle attese. Si sente di tranquillizzarli? Carlo Giovanardi: Mi permetta una premessa: io mi sento il papà del servizio civile. Con orgoglio vedo che il bimbo gode di piena salute e cresce benissimo. Per questo devo ringraziare soprattutto la mamma, ovvero gli enti e in particolare le associazioni di volontariato. Vita: Il problema è che forse il bimbo è cresciuto troppo rispetto alle disponibilità economiche del papà? Giovanardi: Dobbiamo essere realisti. Penso che sarebbe un successo attestarci stabilmente a quota 30mila volontari l?anno. Vita: Fino a poco tempo fa, però, si parlava di 60mila. Giovanardi: Lo ripeto: bisogna essere realisti. Finanziare il servizio a 30mila volontari significa più che raddoppiare il capitolo di spesa relativo al Scn passando da 119 milioni di euro a circa 250milioni. Non è un?operazione banale in un momento in cui quasi tutte le amministrazioni dello Stato stanno tirando la cinghia. Anzi, sarebbe un mezzo miracolo. Vita: Si sente di prendere l?impegno perché nel prossimo Dpef il governo stanzi 250milioni di euro per il Scn? Giovanardi: Ho già formalizzato per iscritto la mia richiesta. Venti giorni fa ho preso sotto braccio Berlusconi, Letta e Bonaiuti e gli ho mostrato gli spot che in questi tre anni hanno promosso il Scn. Ho spiegato che sono in gioco l?assistenza agli anziani, la cura dei beni culturali e ambientali, la protezione civile. Sono ottimista. Credo che abbiano compreso. E poi possiamo sempre contare sulla sponda del presidente Ciampi. Vita: Un ottimismo che gli enti non condividono. L?ultima circolare dell?Ufficio nazionale va nella direzione di un sensibile contingentamento dei posti disponibili. Non crede che sia un segnale di smobilitazione? Giovanardi: Siamo in una fase di stand by, in attesa di sapere con certezza su quante risorse potremo contare. Non possiamo rischiare di essere sommersi da 180mila domande, per poi cestinarne 150mila. Il servizio civile volontario ha un costo ben superiore all?obiezione di coscienza. Dobbiamo tutti avere il senso di responsabilità di costruire qualcosa che poi sia realmente gestibile. Vita: A cosa si riferisce quando parla di responsabilità? Giovanardi: Il mio desiderio è di qualificare il Scn. Una volta c?erano 120mila obiettori, ma il sistema piano piano si è svilito perché in troppi finivano a fare fotocopie. Ancora oggi purtroppo le associazioni presentano progetti fantasiosi, nei quali, per esempio, i ragazzi sono impegnati in attività di valutazione psicologica o in studi a sfondo sociologico. Io dico: formiamo 30mila volontari, di quelli veri, quelli che si sporcano le mani assistendo un tossicodipendente o spingendo la carrozzella di un disabile. Vita: Intanto però c?è chi, come l?onorevole Realacci, ex numero uno di Legambiente, ripropone l?ipotesi di un servizio civile obbligatorio. Che ne dice? Giovanardi: Sono decisamente contrario: è un?idea al di fuori della realtà. Sono altri i terreni su cui vale la pena incamminarsi. Vita: Per esempio? Giovanardi: La protezione civile. In Germania ci sono 5 milioni di vigili del fuoco volontari. In Francia mezzo milione. In italia i vigili del fuoco sono 23mila. Dopo il terremoto di Avellino, Zamberletti aveva 30mila soldati a disposizione che hanno tratto in salvo 23mila feriti. Dal primo gennaio l?esercito di leva non ci sarà più. Se dovesse capitare in Italia un altro sisma di quelle dimensioni, chi ci mandiamo? Io penso che se dirottassimo ogni anno 3mila volontari su questo tipo di progetti, in dieci anni avremmo una squadra di 30mila giovani pronti a intervenire in caso di calamità. Vita: Altre idee? Giovanardi: L?11 maggio insedierò la commissione di difesa nonviolenta. Le associazioni pacifiste e le forze militari si siederanno allo stesso tavolo per capire come si può sviluppare un modello di difesa nonviolenta. Poi io rimango favorevole all?ipotesi di coinvolgere gli extracomunitari. Ricordo infine che anche quest?anno il 2 giugno, festa della Repubblica, sfileremo con i nostri mezzi e i nostri volontari. Vita: Sul Scn pende la spada di Damocle del ricorso alla Corte costituzionale della Provincia di Trento: ci sono novità? Giovanardi: Non è stato ancora ufficializzato, ma abbiamo vinto noi. Il Scn rimane nazionale, come l?ha voluto il presidente Ciampi.


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