Non profit

Dilettanti, la mannaia delle Entrate

L’Agenzia, nei controlli, equipara le 100 mila associazioni italiane a normali esercizi commerciali

di Lorenzo Alvaro

«Ci stanno ammazzando tutti. O si chiariscono delle regole non interpretabili oppure siamo spacciati. Chiuderemo tutti». A parlare è Nereo Benussi, fiduciario Coni del Municipio X di Roma e amministratore delì comitato “Salviamo lo sport dilettantistico”.

Lo j’accuse è rivolto all’Agenzia delle Entrate che in questi ultimi anni ha avviato una capillare operazione di controllo e di verifica delle associazioni di promozione sociale. «Qualsiasi controllo è certamente un atto positivo poiché mira a verificare la veridicità delle attività anche a difesa delle organizzazioni stesse contro millantatori e falsi; il problema però è che l’Agenzia delle entrate sta elevando centinaia e centinaia di multe per migliaia di euro contestando alle associazioni controllate, nella gran parte dei casi, banalissimi problemi di natura formale, contabilità considerate incomplete o approssimate», spiega Benussi.

Sono stati contestati, ad esempio, i simboli delle associazioni per i quali è previsto che la dicitura Associazione Sportiva Dilettantistica sia scritta per esteso mentre sono stati riscontrati simboli con l’acronimo ASD, sono state contestate modalità di convocazioni delle riunioni dei soci, tempistiche e iter meramente formali di comunicazioni. «L’enorme numero di sanzioni previste dall’Agenzia delle entrate rischia di mettere in seria difficoltà il mondo sportivo dilettantistico oltre che coinvolgere in prima persona i dirigenti sportivi ed in particolare i presidenti che, come previsto nel codice civile, hanno la responsabilità solidale e illimitata per le obbligazioni assunte dall’associazione», continua Benussi, che aggiunge, «ai dirigenti sportivi si richiede oggi una competenza ed una preparazione sempre più specialistica, gravata da oneri sempre maggiori con responsabilità civili e penali del loro operato; il tutto da ricondursi nel volontariato della loro azione, cosi come espressamente richiesto dagli statuti delle associazioni sportive. Questo volontariato, se lasciato solo, rischia di dover riconsiderare la propria gratuita disponibilità».

A differenza di altri modelli sportivi nazionali infatti quello italiano ha una matrice organizzativa in cui l’impronta del volontariato è essenziale ed è strettamente connaturata , da molti anni, allo sviluppo di un sistema che si fonda su migliaia di sodalizi sparsi su tutto il territorio. Le Società Sportive Centenarie, con la loro storia e con la propria filosofia tradizionale, e le tante altre associazioni sportive sono spesso caratterizzate sotto l’aspetto gestionale dalla figura del dirigente volontario e “tuttofare “, persona di buona volontà ma suo malgrado spesso non pienamente preparata a fronteggiare le problematiche sempre più complesse, determinate dai cambiamenti legislativi, economici e culturali che dal 1997 hanno fortemente ridisegnato l’inquadramento giuridico e fiscale delle associazioni sportive dilettantistiche.

Le associazioni sportive dilettantistiche godono oggi di un particolare regime fiscale e di un sistema di regole specifico; questa specificità è determinata dalla volontà di sostenere un movimento fondamentale per la crescita sociale dei territori e che vede un enorme numero di volontari coinvolti. «Oltre 100.000 sono le associazioni sportive dilettantistiche del nostro Paese», sottolinea Benussi, «aono presenti in ogni quartiere delle nostre città, dai più difficili ai centri storici, dalle città metropolitane ai piccoli paesi. Milioni di persone, ed in particolare giovani e anziani, sono coinvolti nel lavoro e nelle attività di queste associazioni che si basano sul lavoro volontario e sul coinvolgimento di famiglie, amici e simpatizzanti».

«È necessario a questo punto che il legislatore svolga tutti i necessari approfondimenti per evitare l’estinzione di questa galassia di realtà con un intervento che muova nella direzione di una sanatoria  e, contestualmente, in una radicale riforma del quadro normativo che regola il settore».

A questo scopo il comitato ha organizzato il convegno “Tutela dello sport dilettantistico e dello sport di alta prestazione. Il ruolo della politica” che sarà di scena a Roma, presso la sala rossa del Coni a cui sono state invitate tutte le isituzioni politiche e sportive. «Spero ci diano ascolto», conclude amaro Benussi.  


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