Innovazione

Digitale, perché l’accessibilità by design conviene a tutti

Progettare il digitale accessibile da subito è un valore non solo per le persone con disabilità. È quanto è emerso dall'incontro della fondazione Pensiero Solido sui 20 anni della legge Stanca

di Alessio Nisi

accessibilità

L’accessibilità digitale è la capacità di un prodotto o di un servizio digitale di essere utilizzato da tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche, sensoriali o cognitive: elimina le barriere architettoniche digitali, che possono impedire a una persona con disabilità di utilizzare un prodotto digitale. L’accesso ai prodotti e ai servizi digitali è essenziale per essere parte attiva nella vita della comunità e per esercitare i propri diritti. Non solo. L’accessibilità digitale è vantaggiosa per tutti. I prodotti e i servizi digitali accessibili sono più facili da usare e più intuitivi per tutti, indipendentemente dalle loro capacità. Inoltre, i prodotti e i servizi digitali accessibili possono essere più sicuri e affidabili. Il 9 gennaio 2004 il Parlamento ha approvato, all’unanimità, la legge Stanca sull’accessibilità dei siti internet della Pubblica Amministrazione. È stata la prima legge del genere in Europa. Dopo 20 anni, il tema della accessibilità è ancora più importante: è un diritto umano fondamentale. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità afferma infatti che le persone con disabilità hanno il diritto di godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, su base di uguaglianza con gli altri. 

Obiettivo prioritario

Su questo tema, Fish, che da anni si batte per sostenere un approccio totale all’accessibilità e all’inclusione di tutti i cittadini, sottolinea che l’obiettivo di garantire pari opportunità a tutte le persone con disabilità deve essere prioritario anche nel campo dell’accessibilità digitale. Rendere un servizio digitale fruibile da tutti è essenziale per la partecipazione alla vita sociale e per esercitare i propri diritti.

Valori irrinunciabili. «Inclusività ed accessibilità rispetto ai diritti delle persone con disabilità sono valori irrinunciabili, suggellati anche dalla Convenzione Onu», spiega il presidente di Fish, Vincenzo Falabella. «Ora», aggiunge, «occorre ampliare e rafforzare questi diritti, che comprendono la garanzia di pari opportunità per tutti nell’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, ed in particolare ai servizi digitali. È fondamentale ed urgente accelerare l’implementazione e la piena adozione della direttiva europea sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi. Così come lo è proseguire nell’attuazione della legge Delega 227/21 in materia di disabilità». 

Lavoro e autonomia. Per Falabella, «un passo importante, in questo senso, c’è stato lo scorso maggio con il primo decreto attuativo, volto a garantire a tutti i cittadini, sulla base di uguaglianza, l’accessibilità universale ai servizi forniti dalle pubbliche amministrazioni e soprattutto garantire ai lavoratori con disabilità la possibilità di svolgere il loro lavoro in autonomia con la piena fruibilità degli spazi fisici e delle tecnologie alle postazioni di lavoro. Questa è la strada su cui dobbiamo continuare a procedere».

Vent’anni dopo

La fondazione Pensiero Solido di Antonio Palmieri ha colto l’occasione del ventennale per fare il punto sul tema con un incontro cui hanno preso parte esperti, esponenti politici e imprenditori. Nel perimetro della discussione l’intelligenza artificiale, il G7 Inclusione e Disabilità, in programma 14, 15 e 16 ottobre ad Assisi e Perugia. Ma anche gli sviluppi stessi della Legge Stanca, l’ultima delle quali datata maggio 2022. Il recepimento della Direttiva europea sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi digitali ha esteso l’obbligo di accessibilità digitale ai prodotti e servizi digitali delle imprese private con fatturato superiore ai 500 milioni nel triennio, già in vigore con sanzioni fino al 5% del fatturato. Per le altre imprese, l’obbligo di accessibilità partirà dal 28 giugno 2025, escludendo le microimprese. «Il digitale? Non possiamo escludere da questo mondo le persone con disabilità, è un diritto ed è anche un dovere allo stesso tempo. Che cosa manca? Uno sforzo politico e culturale, c’è un ritardo e dobbiamo fare uno sforzo per normalizzare questo aspetto, tale che preveda a priori il superamento delle barriere digitali» sottolinea nel corso del suo intervento proprio Lucio Stanca, all’epoca ministro dell’Innovazione del governo Berlusconi.

Perché accessibile è meglio, per tutti

È emerso durante l’incontro, che, mentre per le barriere fisiche la consapevolezza c’è, per quelle digitali, invisibili agli occhi ma non meno essenziali, c’è ne è ancora troppo poca. Le sanzioni ci sono, ma è più importante far capire agli sviluppatori e ai manager pubblici e privati i motivi e i principi fondamentali della accessibilità: utilizzare un linguaggio chiaro e semplice, fornire un’alternativa testuale per immagini o video, utilizzare un layout semplice e coerente, con un’abbondanza di spazi bianchi, fornire un’interfaccia utente che possa essere utilizzata con una varietà di dispositivi come mouse, tastiera o touchscreen. È emerso inoltre quanto sia anche importante che tutti facciano proprio il principio che l’accessibilità è da applicare by design, dalla progettazione del prodotto o servizio digitale e non si improvvisa con soluzioni tampone a posteriori.

Accessibilità e meno burocrazia

Per il ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, l’accessibilità digitale «si accompagna con il tema della sburocratizzazione», quel percorso che cerca di semplificare la vita delle persone, allentando la rigidità di alcuni passaggi formali in tema di atti amministrativi. «Dobbiamo unire le forze su questi fronti», sostiene il ministro, «occorre un grande salto culturale anche nei singoli cittadini e pensare che quello che facciamo lo facciamo per tutti: vuol dire vedere nelle persone un valore aggiunto su cui investire. Così si costruiscono comunità più forti e coese». Ricorda Locatelli che «questo è l’anno del G7 a guida italiana» e che «il nostro paese ospita un incontro sulle disabilità. Questo evento sarà aperto a tutti, si terrà ad Assisi, il 14 ottobre». Ad Assisi si parlerà anche dl digitale. «Sì, è uno degli argomenti che sarà affrontato, è un tema fondamentale che regge tutto il resto». 

Sviluppo tecnologico e rischio esclusione

Anche per il Ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo l’accesso al digitale è un tema di grandissima attualità. Una questione complessa ma di grande rilevanza e centrale, che ha assunto un ruolo da protagonista durante il Covid. «Il ritmo di crescita dei servizi informatici porta il rischio che una fascia della popolazione possa essere esclusa». L’obiettivo di abbattere le barriere per i disabili è fondamentale «se pensiamo che l’intelligenza artificiale è un’altra faccia del progresso tecnologico che se non gestita può tagliare fuori un numero importante della popolazione». Tra gli obiettivo del prossimo anno, spiega, «stiamo lavorando perché l’accesso ai servizi della PA sia più semplice e intuitivo. È un dovere morale».

Intelligenza artificiale strumento potente di inclusione

Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, torna sul tema intelligenza artificiale e del G7.  A 20 anni dalla legge Stanca, «l’accessibilità è un tema che ci dobbiamo porre anche sull’Ai e sull’IoT. Anche per i portatori di disabilità l’Ai può essere uno strumento straordinario. A proposito dell’appuntamento del G7, lo legge in chiave di «sviluppo di una tecnologia al servizio dell’uomo». 

In apertura foto di kalhh da Pixabay

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.