Welfare

Digitale e povertà educativa: focus Lombardia

Solo il 34% delle famiglie lombarde è raggiunto dalla banda larga ultraveloce e anche a Milano solo il 31% delle scuole hanno tutte le aule coperte da wifi. Con oltre 1,6 milioni di minori, la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di residenti con meno di 18 anni

di Redazione

L’emergenza Covid ha fatto emergere nuove sfide nel contrasto alla povertà educativa. Si affacciano esigenze nuove, come l’importanza di disporre di connessioni domestiche veloci e di dispositivi per seguire la didattica a distanza. L’osservatorio sulla povertà educativa curato da Openpolis e Con i Bambini ha cominciato a monitorare questi aspetti a livello nazionale e nei territori. La Lombardia, il territorio colpito per primo e più duramente dal Covid è stata messa sotto la lente nel report “Le mappe della povertà educativa in Lombardia”, presentato oggi: è possibile scaricare grafici e glossari, visualizzare le mappe della povertà educativa in Lombardia e fare la ricerca dei dati comune per comune. Sono navigabili le mappe sulla variazione percentuale dei minori, sulla diffusione della banda larga ultraveloce presso le famiglie, sulla percentuale di edifici scolastici statali raggiungibili con mezzi pubblici e sulla presenza di edifici scolastici vetusti. Il Covid ha reso evidente che accanto agli tradizionali presidi sociali e culturali per il contrasto della povertà educativa, come asili nido, scuola, servizi culturali e ricreativi, è necessario intervenire sulle nuove forme di disuguaglianza, come quelle legate a un processo di digitalizzazione del paese non ancora abbastanza inclusivo.

MINORI IN LOMBARDIA

La Lombardia, con oltre 1,6 milioni di minori, è la regione italiana con il maggior numero di residenti con meno di 18 anni. Quanto impatta il fenomeno della povertà educativa in questa regione? Per un territorio con 10 milioni di abitanti, 1.506 comuni, 23.864 kmq, la risposta non può che passare da un approfondimento in chiave locale: nessuna media regionale potrà mai restituire i divari e le disuguaglianze interne a una regione così vasta. Per questa ragione, il report usa dati comunali e sub-comunali.

A fronte di un periodo storico che, complice la bassa natalità, ha visto un calo generalizzato dei minori in Italia (-3,19% tra 2012 e 2019), la Lombardia è una delle poche regioni a non registrare variazioni negative. Dal 2012 al 2019 il numero dei residenti tra 0 e 17 anni in Lombardia è anzi aumentato del +0,86%, dietro solo a Emilia Romagna (+2,13%) e Lazio (+3,8%). Il dato di stabilità cela però profonde differenze interne: se nella città metropolitana di Milano si rileva un aumento superiore al 6%, che arriva quasi al 14% nel capoluogo, in 7 province si è registrato un calo della popolazione minorile, in particolare a Lecco (-4,35%) e Sondrio (-5,93%) il calo dei minori è stato più ampio di quello rilevato a livello nazionale (vedi la mappa in copertina e qui).

LE CONNESSIONI ULTRAVELOCI

La diffusione delle connessioni, prima del Covid e in una regione in cui circa il 10% dei minori residenti vive in comuni classificati da Istat come montagna interna, vede le reti della Lombardia in linea con la media nazionale. Le differenze all’interno della regione sono tuttavia di rilievo, considerato soprattutto che esiste un notevole gap tra area montana e metropolitana, che diventa sempre più marcato man mano che si passa a tecnologie più potenti. Così per la banda larga ultraveloce (con velocità teorica superiore a 100 Mbps) nell’area metropolitana di Milano c’è una copertura superiore al 60% mentre nella provincia di Sondrio la copertura è del 14%. Nell’area metropolitana quasi 9 comuni su 10 hanno almeno una parte di famiglie potenzialmente raggiunte dalla rete fissa a oltre 100 Mbps, una quota che varia molto comunque tra il centro e le periferie. Il comune di Milano è una delle città in Italia con maggiore diffusione di dispositivi digitali nelle scuole: quasi la metà degli studenti milanesi – 44,5% – studia in un plesso con oltre 10 pc, contro il 36-37% di Roma e Napoli. Allo stesso tempo però non è affatto trascurabile la quota di alunni che frequentano scuole che dichiarano 0 dispositivi: sono il 14% del totale.

LA RAGGIUNGIBILITA’ DELLE SCUOLE LOMBARDE

L’89,2% degli edifici scolastici statali in Lombardia è raggiungibile con almeno un mezzo alternativo all'automobile, attraverso mezzi di trasporto pubblico (di tipo urbano, interurbano o ferroviario) o con lo scuolabus. Un dato superiore alla media nazionale (86%). Analizzando i singoli territori, insieme alla provincia di Pavia la città metropolitana di Milano è l’unica a non superare la media nazionale. Sono 6 su 12 le province lombarde con più del 90% di scuole raggiungibili col trasporto pubblico (Bergamo ha il record con 97,7%).

EDIFICI SCOLASTICI VETUSTI

Sul totale delle strutture statali della Lombardia, il 20,43% è considerato vetusto (con più di 50 anni, da definizione del Miur), un dato che supera la media nazionale (17,83%). Anche in questo caso con forti differenze interne: nelle province di Cremona, Pavia e Mantova oltre il 30% delle scuole sono classificate come vetuste. Seguono i territori di Lodi e Como con 20,43%. Chiude la graduatoria la provincia di Monza Brianza (13,8%).

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