Economia
Dietro la reception cè linclusione
Sono quasi tutte di tipo b e appartengono al Consorzio Cgm che si occupa di vacanze diverse da 15 anni. Ieri per i disabili. Oggi per tutti. Moda? No,ma...
Antichi palazzi trasformati in agriturismo e gestiti da matti. Conventi divenuti alberghi con detenuti in semilibertà ai fornelli. Parchi culturali, in cui circolano ex tossicodipendenti, che fanno concorrenza a lunapark, acquapark e altri templi del divertimento. Sono alcune delle strutture turistiche in cui molti italiani potrebbero decidere di trascorrere le vacanze di Pasqua. Possibile? Sì, da quando la cooperazione è andata in vacanza. Nel senso che s?è messa a gestirla, fiutando le opportunità di business offerte dal turismo e trasformandole in strutture di villeggiatura ad alto impatto sociale.
Vacanze sociali certificate
«Per le cooperative che diversificano le loro attività trovando nuove forme di entrate, per le categorie svantaggiate inserite nei vari progetti che hanno l?occasione di relazionarsi con persone diverse, per l?ambiente che viene rispettato e per il turista stesso che torna a casa più ricco d?esperienze oltre che più rilassato», spiega Francesco Sanna, responsabile del progetto nazionale Turismo sociale del Consorzio Cgm. Progetto nato un anno e mezzo fa, cui partecipano 20 consorzi di cooperative, che ha portato alla creazione di 10 strutture lungo tutta la Penisola e che punta alla creazione di un marchio di qualità Cgm per il turismo sociale. Un?iniziativa legata al boom dell?ecoturismo, della vacanza in mezzo alla natura e dei viaggi responsabili? «No. Sono parole di moda per chiamare un?attività che facciamo da 15 anni», spiega Sanna, «il turismo sociale le cooperative ce l?hanno nel dna. All?inizio ci occupavamo solo di vacanze per persone svantaggiate, oggi per tutti coloro che intendono il viaggio come scoperta di luoghi e di loro stessi nei luoghi». Potenzialmente, tutti i turisti di oggi. Già contesi da tour operator, multinazionali della vacanza chiavi in mano e viaggi last minute: non è un affare troppo rischioso per le coop? «I rischi ci sono, è ovvio. Gestire una struttura turistica è più difficile che vincere un appalto per la manutenzione del verde di un paese», spiega Annamaria Vignini del Consorzio Co&So di Firenze, «ma una volta avviato il progetto, si conquista più stabilità: a differenza dei clienti pubblici, quelli privati si fidelizzano. Quando offri un servizio di qualità, puoi star sicuro che i clienti tornano». Conquistati, oltre che da un servizio, da un plusvalore che secondo Sanna è dato dalla somma di questi elementi: «Atmosfera, cultura, relazione, valorizzazione».
La metà dei profitti dal turismo
I guadagni di questo plusvalore per le non profit che decidono di darsi al turismo? «Il 50% delle entrate», spiega Nunziata Giudice della cooperativa San Giovanni Battista che gestisce un grande agriturismo a Comiso. «Siamo nati nel 1994 facendo inserimento di soggetti svantaggiati soprattutto nel settore agricolo e dei servizi. Tre anni fa abbiamo preso una struttura in comodato d?uso e l?abbiamo trasformata in agriturismo». Che dà lavoro a 4 persone appartenenti a categorie svantaggiate e ha stimolato la creazione di altre forme di turismo sostenibile nel territorio. «Molte persone sono venute a chiederci informazioni su come aprire agriturismi e ristoranti con prodotti locali: abbiamo dato loro qualche consiglio e oggi siamo una rete integrata sul territorio». Il consiglio più prezioso per una cooperativa che voglia darsi al turismo o, addirittura, costituirsi appositamente per fare l?albergatore, il ristoratore o l?affittacamere sociale? Nunziata Giudice non ha dubbi: «Per prima cosa faccia un?analisi approfondita delle strutture turistiche già presenti nella sua area e dei servizi che offrono».
dna
Le cooperative hanno il turismo sociale nel sangue. Perché, spiega il consorzio Cgm, pongono al centro la persona, promuovono territori marginali, valorizzano risorse sociali e ambientali, aggregano, portano allo scambio interculturale e
intergenerazionale
CONTEA DICOMANO (FI)
Offerta: Case vacanze all?interno del Convento di Sandetole nei pressi del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. La struttura è dotata di sale convegni
Turismo: Gli ospiti possono prenotare escursioni ambientali, culturali ed enogastronomiche. Visite guidate alla Casa di Giotto e al ponte di Cimabue. Il convento si trova a soli 32 chilometri da Firenze e permette visite giornaliere al capoluogo toscano
Prezzo: Pensione completa a partire da 35 euro
Gestione: Affidata alla cooperativa Diogene che dà lavoro a 4 malati psichici addetti alla cucina della struttura
Per informazioni:
Consorzio Co&So Firenze,
tel. 055.450474, fax 055.450800
co.so@rete.consorziocgm.it
COMISO (RG)
Offerta: Palazzo barocco del 1700 trasformato in agriturismo biologico a Torre di Canicarao. La struttura è dotata di piscina e laboratori di falegnameria, offre cucina tipica e la possibilità di seguire corsi di restauro. Le camere sono state ricavate da antiche celle abitative che si affacciano in una corte interna
Turismo: Escursioni a Comiso, alla chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, alla casa di Salvatore Quasimodo e al castello di Acate
Prezzo: Pensione completa a partire da 42 euro
Gestione: Cooperativa sociale San Giovanni Battista che dà lavoro a ex tossicodipendenti
Per informazioni:
Consorzio La città solidale Ragusa
tel. 0932.627247
fax 0932.683309
CASTEL DEL RIO (BO)
Offerta: Case-vacanze Le Selve sull?Appennino tosco -romagnolo. La struttura, immersa in un castagneto secolare e dotata di ristorante, è l?ideale per vacanze di famiglie che amano stare in mezzo alla natura
Turismo: Escursioni guidate nella valle del Saterno. Da vedere il Palazzo e il ponte a schiena d?asino di Castel del Rio
Prezzo: Pensione completa a partire da 30 euro
Gestione: Affidata al Consorzio Sol.Co Imola. La manutenzione delle tre case vacanze e del ristorante è affidata a cooperative di tipo b in cui lavorano ex tossicodipendenti ed ex detenuti.
Per informazioni:
Consorzio Sol.Co Imola,
tel. 0542.30386, fax 0542.27138
solco-im@rete.consorziocgm.it
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