Salute
Dieci suggerimenti semplici per cambiare la sanità e mettere al centro paziente e territorio
I protagonisti della sanità e dell'assistenza, così come sono incardinati nel sistema, non sono in grado di rispondere ai bisogni. Quindi: mettere in atto tutti i correttivi possibili partendo dalla centralità del paziente (ed è da qui che si deve partire sempre !) e da quello che lui vuole. Ecco 10 suggerimenti
Bisogna essere onesti, in questa pandemia il territorio non ha funzionato e ha dimostrato tutta la sua fragilità con conseguente intasamento di Ospedali e Pronto Soccorso. Encomiabile lo sforzo dei medici di famiglia, la loro abnegazione e il loro sacrificio , conclusosi spesso drammaticamente. Ma questa fragilità non la si risolve aumentando semplicemente il numero dei medici , ma con una rivoluzione del sistema assistenziale territoriale. Perché, i protagonisti della assistenza, così come sono incardinati nel sistema, non sono in grado di rispondere ai bisogni. Quindi: mettere in atto tutti i correttivi possibili partendo dalla centralità del paziente (ed è da qui che si deve partire sempre !) e da quello che lui vuole:
- avere un punto di riferimento nell’ immediato quando sta male,
- essere visitato il prima possibile in ambulatorio o a casa propria,
- non avere le segreterie telefoniche che rispondono alle sue chiamate,
- avere consigli telefonici immediati,
- essere mandato in ospedale solo quando necessario (in Pronto Soccorso ci va personalmente quando non trova subito una risposta),
- poter prevenire le malattie.
Allora ecco qualche idea:
- aumento dei medici di famiglia,
- maggiore tempo di apertura degli ambulatori dei medici
- centri di prevenzione,
- ascolto rapido e visite in tempi brevi,
- segreterie telefoniche lo stretto indispensabile,
- 118 più efficiente e tempestivo,
- medicina territoriale in rete e collegata in tempo reale con i Pronto Soccorso degli ospedali,
- protocolli terapeutici/ assistenziali concordati tra medici di famiglia e ospedali ,
- istituzione dell’infermiere di quartiere ,9- creazione delle cosiddette “Case della salute”( strutture di primo intervento territoriale con medici, infermieri, assistenti sociali ,diagnostica laboratoristica e radiologica di minima),
- riassorbimento in un unico contratto di lavoro, dei molteplici contratti dei medici (ambulatoriali, di famiglia, ospedalieri, ecc.) e delle altre professioni sanitarie.
* Oncologo, Presidente emerito del Collegio Italiano dei Primari oncologi medici ospedalieri
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