Volontariato

Dieci numeri per cui #NoSlot

di Giulio Sensi

Oggi è la giornata #NoSlot. Qualche pillola. Lo sapevate che:

1. La legislazione sul gioco d’azzardo in Italia risale agli anni ’30. Dagli anni ’90 lo Stato ha iniziato a legalizzare con deroghe legislative ciò che prima era proibito.

2. Il numero di slot machine e videolottery in Italia supera le 400.000 unità. C’è una slot ogni organizzazione del terzo settore, più o meno.

3. L’Italia è il primo paese in Europa per gioco d’azzardo. Gli italiani spendono 1200 euro procapite all’anno. Uno stipendio più o meno medio a testa

4. I giocatori a rischio sono due milioni, quelli già patologici 800.000

5. Il fatturato complessivo del gioco d’azzardo «legale» è circa 80 miliardi di euro. Lo Stato ne trattiene 8,8.

6. Il gioco aumenta, ma le entrate dello Stato diminuiscono: nel 2004 lo Stato riscuoteva il 29,4%, nel 2010 il 14,4%, nel 2011 l’11,02%. Questo è dovuto ad una serie di ragioni, fra cui gli sconti fiscali per facilitare il gioco

7. Le Regioni in cui si gioca di più sono il Lazio e la Campania (circa 1900 euro pro-capite)

8. Sono sempre di più i giovani a giocare: una ricerca di CNR parla di 500.000 ragazzi in età scolare coinvolti

9. Il 56% dei giocatori appartiene a ceti medio-bassi e a giocare sono sempre di più coloro che non hanno un lavoro

10. Lo «stress da gioco» comporta delle vere e proprie malattie. Il giocatore d’azzardo patologico costa alle casse dello stato in termini di assistenza sanitaria. Secondo l’Oms parliamo del 3% della popolazione, ma in Italia non è ancora riconosciuta come patologia.

Sono solo dieci fra i molti motivi per condividere oggi con tutto il mondo il seguente messaggio: #NoSlot!

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