Turismo responsabile

Dieci giorni in Senegal per abbracciare il mondo

Don Bosco 2000 ha presentato alla Bit di Milano un progetto di viaggi etici e solidali per visitare le bellezze del Paese africano, dove l’associazione è presente da anni e conoscere con semplicità e spirito di condivisione le comunità locali. Un’opportunità diversa anche per superare stereotipi e diffondere una nuova narrazione sulla migrazione

di Nicola Varcasia

I tanti modi di scoprire la bellezza e la fragilità del mondo. Alla Borsa internazionale del turismo di Milano, in corso dal 9 all’11 febbraio 2025, l’associazione Don Bosco 2000 ha presentato il suo originale progetto di viaggi sostenibili in Senegal. Un’iniziativa che unisce cultura, solidarietà e scoperta, offrendo un’esperienza immersiva e formativa nelle terre di origine dei migranti.

Esperienza autentica

Il programma, che l’associazione realizza attraverso la sua realtà turistica Beteyà travel, propone viaggi di nove notti e dieci giorni per piccoli gruppi di massimo dieci partecipanti, seguendo i principi del turismo sostenibile definiti dalla Carta di Lanzarote. L’obiettivo è offrire un’esperienza autentica, entrando in contatto diretto con le comunità locali, visitando missioni salesiane, oratori e incontrando i capi villaggio. Il percorso si snoda tra le regioni interne del Senegal, in particolare Tambacounda, e destinazioni di grande valore storico e culturale. Tra queste l’Isola di Gorée, patrimonio mondiale dell’umanità, e Dakar, con tappe significative che raccontano la storia e l’identità del Paese.

Oltre i pregiudizi

«Il viaggio che noi proponiamo non è un semplice tour turistico, ma un’esperienza culturale autentica. Un viaggio che aiuta a comprendere le reali motivazioni della migrazione, andando oltre i pregiudizi e riscoprendo il valore dell’incontro tra culture diverse. Non è un viaggio per tutti, ma per chi vuole conoscere davvero», ha detto Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000.

Accoglienza circolare

Dal 2011, Don Bosco 2000 è attivo nel settore dell’accoglienza dei migranti e ha compreso come queste persone possano essere un motore di sviluppo per i loro Paesi d’origine: «Abbiamo avuto l’opportunità di comprendere i migranti nella nostra esperienza di accoglienza. Ci siamo lasciati interrogare da loro e abbiamo cercato di offrire la possibilità di un ritorno nel Paese d’origine, per contribuire allo sviluppo delle proprie comunità», ha dichiarato Cinzia Vella, cofondatrice dell’associazione. Il viaggio in Africa diventa uno strumento di consapevolezza e cambiamento, un’esperienza capace di lasciare un segno profondo in chi partecipa e nelle comunità ospitanti.

In apertura, Don Bosco 2000 alla Bit (foto ufficio stampa dell’associazione)

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