Non profit

Dibattito sul Social forum. Perché a Parigi

L’Arci, a differenza delle Acli, è all’appuntamento europeo. Tom Benetollo spiega la scelta.

di Redazione

Siamo in molti dell?Arci a questo secondo appuntamento del Forum sociale europeo, insieme ai circa centomila partecipanti che affollano plenarie e seminari. Consideriamo quello di Parigi un appuntamento coerente con il percorso che abbiamo fatto passando per Genova (G8) e per Firenze (Fse). Luoghi che hanno segnato, l?uno in modo drammatico, l?altro in modo entusiasmante, la vita dei movimenti, la costruzione dell?Europa dei cittadini. Luoghi che hanno segnato fortemente lo spirito del tempo. Noi dell?Arci abbiamo intrecciato questa traiettoria con quella delle marce da Perugia ad Assisi, una strada che percorriamo dal 1961. La prospettiva di un mondo nonviolento ha acquisito un profilo di concretezza: l?alternativa più netta a questo sistema globale che ha la violenza fin dentro al midollo osseo. Sappiamo che a Parigi c?è una sfida in corso. Vogliamo affrontarla. Anche per preparare Mumbay, il prossimo impegnativo incontro del Fsm, dal 16 al 21 gennaio. Ma la sfida non è quella di superare le ambiguità in tema di violenza e nonviolenza. Questo movimento di movimenti ha la pace come mission, e si comporta con una coerenza tanto più ammirevole visto l?universo orrendo in cui si muove. La sfida di fondo è ben altra: costruire la progettualità per l?Europa della pace, del welfare, dei diritti. Parigi è una sede cruciale per discutere. Guardando all?impegno contro la guerra in Iraq, per appoggiare gli sforzi di pace in Medio Oriente (a cominciare dalla Road Map alternativa). Siamo al lavoro perché dobbiamo avere la forza necessaria a livello europeo per le proposte tese a portare l?art. 11 della Costituzione italiana nella Costituzione europea; vogliamo che sia sancito il ruolo della società civile in quella Costituzione, come pure diritti politici e sociali (a cominciare dal tema dei migranti) che troppo debolmente sono definiti. Urgono sostanziali modifiche. A Parigi c?è un campo di forze, sia moderate sia radicali, politiche, sindacali, associative, del mondo laico e religioso, di opinione pubblica, che è importante per il cambiamento. E senza le quali la nuova Europa avrà le fondamenta a rischio. Per tutto questo, esserci andati è importante.

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