Non profit

Diamo più voce ai bisogni

«I diritti alzano la voce», la campagna al via sabato 27. Firma anche tu!

di Maurizio Regosa

Una campagna di mobilitazione nazionale in favore dei diritti sociali, lanciata da organizzazioni importanti e rappresentative all’insegna di constatazioni forti che si traducono in slogan altrettanto energici: «Cara politica, sui bisogni delle persone non ne hai azzeccata una!».

Una bollente primavera?

Decine si organizzazioni, migliaia di operatori e cittadini si troveranno nelle piazze italiane il prossimo sabato 27 febbraio per dare il via alla campagna I diritti alzano la voce, che prevede anche una raccolta di firme. L’iniziativa è stata presentata stamane a Roma da alcuni dei soggetti promotori (per l’elenco completo e il programma delle iniziative territoriali, www.idirittialzanolavoce.org). Di fronte a un disagio crescente (dall’incremento della povertà e della disoccupazione, anche delle persone disabili; dalla precarietà alla scarsità di ammortizzatori sociali), «la casa brucia, l’inquilino muore e il proprietario – o meglio colui che si crede tale – si commuove e ripiega su social card e provvedimenti tampone» ha spiegato Lucio Babolin (Cnca). Anche l’anno europeo della lotta contro la povertà, è stato inaugurato dal governo accentuandone l’aspetto «caritatevole»: «Non si tratta più di chiedere tavoli e incontri; serve una campagna di mobilitazione sociale che rilanci la capacità di conflitto sociale a favore della giustizia sociale». Una battaglia che sarà condotta su due livelli: il primo di confronto con la politica e le istituzioni (la raccolta di firme); il secondo più squisitamente culturale per difendere una visione dei diritti come qualcosa di acquisito e soprattutto di esigibile, come ha sottolineato anche Salvatore Esposito (Ires Campania). «Si è persa la tendenza a dare valore culturale ai temi del sociale»: e fra le conseguenze Michele Mangano (Auser) vede la sottovalutazione di questioni importanti come la non autosufficienza.

Dieci proposte per un’Italia civile

Il comitato promotore ha però anche pensato una serie di proposte molto concrete per rilanciare il Welfare: il varo dei livelli essenziali di assistenza, una indennità di disoccupazione a tutti; il reddito minimo di inserimento; risorse per il Fondo nazionale per la non autosufficienza; definizione di un Piano nazionale per la chiusura degli istituti segreganti per le persone con disabilità; investimenti nella formazione degli adulti; cittadinanza e diritto di voto ai migranti dopo 5 anni; aumento dell’aiuto ai paesi poveri; riforma del sistema carcerario e lotta all’evasione fiscale. Obiettivi che sono la base per la raccolta di firme e che sono spiegati e illustrati nel volumetto Siamo ottimisti. Vogliamo più welfare. La società civile si mobilita. Di fronte alla convergenza anche nelle diagnosi, come ha risposto la politica? Presenti Livia Turco (Pd, ex ministro della Sanità) e Paolo Ferrero (Prc, ex titolare della Solidarietà sociale). Forse scontata la loro adesione e la loro disponibilità a lavorare assieme. Assenti invece la maggioranza e il governo (era stato invitato il ministro Sacconi). Non resta che aspettare il 27. I numeri, almeno sulla carta, sono impressionanti. Un milione di soci l’Arci. 300mila, l’Auser; migliaia gli operatori e volontari Cnca… E via dicendo: se tutti i soci delle organizzazioni promotrici aderiranno…

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