Famiglia

Diamanti: produttori chiedono certificazione contro crollo di reputazione

Stop ai ''diamanti insanguinati'', prodotti nei paesi africani straziati dalle guerre civili, spesso sfruttando il lavoro di bambini e prigionieri: e' il segnale lanciato oggi a Anversa dai signo

di Redazione

Stop ai ”diamanti insanguinati”, prodotti nei paesi africani straziati dalle guerre civili, spesso sfruttando il lavoro di bambini e prigionieri: e’ il segnale lanciato oggi a Anversa dai signori dei diamanti, riuniti a congresso per la prima volta da 60 anni. Alla riunione di Anversa partecipano i grandi nomi di sempre, come il presidente del colosso sudafricano De Beers Nicky Oppenheimer, e i nuovi signori del diamante, come il russo Vladimir Kalitine amministratore delegato di Alrosa. Non mancano anche i leader politici, come Festus Mogae, presidente del Botswana, il piu’ importante produttore mondiale di diamanti. Con una preoccupazione comune: le distorsioni commerciali, le perdite in termini di etica e di immagine che le filiere dei ‘diamanti insanguinati’ fanno subire al mercato tradizionale delle gemme piu’ preziose. I diamanti della guerra rappresentano circa il 5% del mercato mondiale. Vengono dalla Sierra Leone, dal Congo, dall’Angola, dal Botswana, e la loro vendita consente ai signori della guerra locali non solo di riempirsi le tasche ma anche di continuare a fare la guerra. Aprendo i lavori del congresso di Anversa, Oppenheimer ha subito lanciato un appello a tutti i governi del mondo perche’ ratifichino le conclusioni del processo di Kimberley, avviato per impedire alle gemme insanguinate di arrivare sul mercato del taglio e della lucidatura prima, nelle gioiellerie poi. Kimberley prevede l’introduzione di sistemi di controllo e di certificazione, con una sorta di carta di identita’ che deve seguire ogni gemma dal luogo di estrazione alla gioielleria, garantendo che non proviene da un’area in guerra. L’Ue prevede di farne una legge europea per la fine dell’anno. ”Il diamante deve restare il simbolo della perfezione” ha detto Oppenheimer. La macchia dei diamanti insanguinati e’ un pericolo per la reputazione del settore, e quindi per la sua prosperita’ ha ammonito il capo della De Beer. Per i signori dei diamanti, che non si riunivano piu’ da 60 anni, e’ tempo di cambiamenti. Non c’e’ solo l’offensiva contro le gemme insanguinate. Il settore e’ in grande evoluzione. La De Beers non ha piu’ il monopolio o quasi, e si riposiziona grazie a un accordo con il numero uno mondiale del lusso, il gruppo francese Lvmh: per la fine dell’anno il gigante sudafricano aprira’ una prima boutique nel centro di Londra, dove vendera’ i suoi diamanti direttamente, sotto il proprio marchio. Sul mercato ci sono ormai altri attori di primo piano, come Alrosa, e il Canada ha lanciato programmi di prospezione su larga scala e potrebbe diventare nei prossimi anni il secondo produttore mondiale. Tutto cambia. E in alcuni paesi africani come il Botswana, si punta sui diamanti per decollare e uscire dal sottosviluppo, malgrado la terribile zavorra dell’Aids, che colpisce il 36% della popolazione fra i 15 e i 49 anni. La prima giornata del congresso si e’ chiusa con una conferenza dell’ex vicepresidente americano Al Gore. A pochi metri dalla sala delle conferenze da questa mattina brilla la mostra ‘Living Diamonds’, allestita per l’occasione. Fra gli oggetti piu’ sfavillanti, il collier di 1.308 diamanti indossato da Nicole Kidman in ‘Moulin Rouge’.


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