Famiglia

Dialoghi di Vita.it e Telefono Azzurro: giovedì a tema la salute mentale e l’inclusione scolastica

Giovedì 24 settembre alle 18, il terzo appuntamento della seconda serie dei Dialoghi di Vita.it e Telefono Azzurro a tema, “Salute mentale e gap psicologico per un'intera generazione: che fare?”. Ospiti Andrea Danese, Professore di Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza al King College Londra; Alberto Siracusano direttore della scuola di specializzazione in psichiatria dell'Università di Roma Tor Vergata, Daniele La Barbera, ordinario di psichiatria all'università di Palermo, Dario Ianes, Docente di Pedagogia e Didattica speciale all'Università di Bolzano e Paola Pasqualin, Dirigente scolastico dell'IC Trento 6

di Redazione

“La pandemia sta infliggendo molteplici shock ai giovani. Non sta solo distruggendo i loro posti di lavoro e le loro prospettive occupazionali, ma anche interrompendo la loro istruzione e formazione e avendo un grave impatto sul loro benessere mentale. Non possiamo lasciare che ciò accada”, ha detto il Direttore Generale dell'Ilo Guy Ryder. Il rapporto chiede “risposte politiche urgenti, su larga scala e mirate per proteggere un'intera generazione di giovani dal vedere le loro prospettive occupazionali permanentemente segnate dalla crisi”

Giovedì 24 settembre alle 18, il terzo appuntamento della seconda serie dei Dialoghi di Vita.it e Telefono Azzurro sarà dedicato a proprio a questo tema, “Salute mentale e gap psicologico per un'intera generazione: che fare?”.

Il dialogo condotto da Riccardo Bonacina e dal professor Ernesto Caffo coinvolgerà Andrea Danese, Professore Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza al King College Londra; Alberto Siracusano direttore della scuola di specializzazione in psichiatria dell'Università di Roma Tor Vergata e Daniele La Barbera, ordinario di psichiatria all'università di Palermo.

Con Dario Ianes, Docente di Pedagogia e Didattica speciale all'Università di Bolzano e con Paola Pasqualin, Dirigente scolastico dell'IC Trento 6, allargaremo il discorso al ruolo della scuola nel far fronte ai bisogni educativi speciali, ricordando l'appello del presidente della Repubblica Mattarella a Vo’ Euganeo lo scorso 14 settembre in occasione dell'apertura dell'anno scolastico quando ha ricordato che: “A subire le conseguenze più pesanti del lockdown sono stati gli studenti con disabilità. Per tanti di loro le rinunce hanno avuto un costo altissimo, a volte non sopportabile. E di queste sofferenze si son fatte carico le famiglie. Nella ripartenza della scuola l’attenzione a questi studenti dovrà essere inderogabile, a cominciare dall’assegnazione degli insegnanti di sostegno”.

La DAD, infatti, ha, durante il lockdown, oggettivamente lasciato indietro alunni con disabilità, con BES, con DSA, con situazioni per mille ragioni fragili, secondo un'indagine condotta in aprile da Università di Bolzano, Università LUMSA, Università di Trento e Fondazione Agnelli un alunno con disabilità su tre era di fatto escluso dalla DaD: o perché si è rivelata inefficace (26,2%) o perché la DaD non era nemmeno ipotizzabile (10,3%). Sono 284mila alunni con disabilità, il 3,3% del totale degli iscritti. Nell’anno scolastico 2018/2019, gli insegnanti per il sostegno nelle scuole italiane sono stati quasi 173 mila, ma gli insegnanti specializzati mancano: il 36% dei docenti di sostegno in aula non ha in realtà alcuna formazione specifica sulla disabilità. E per l'anno appena iniziato dobbiamo registrare l'allarme di Tuttoscuola, “quest'anno sarà record negativo: il 59% degli alunni con disabilità (170 mila) cambierà docente di sostegno. Più dello scorso anno (43%). Il motivo? Il 45% degli insegnanti di sostegno sono precari.


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