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Diabete: italiani scoprono proteine ‘killer’ dei vasi

Si tratta di due molecole note, battezzate Stat 5 e P21, che nelle persone sane sono innocue e, anzi, utili. Ma nei malati accelerando il danno vascolare

di Paolo Manzo

Scoperte dai ricercatori italiani due proteine ‘killer’, che bloccano il rimodellamento dei vasi sanguigni e accelerano aterosclerosi e malattie cardiovascolari nei malati di diabete. Si tratta di due molecole note, ‘battezzate’ ‘Stat 5’ e ‘P21’, che nelle persone sane sono innocue e, anzi, utili all’organismo. Ma nei malati si ‘accendono impropriamente’, coalizzandosi e accelerando il danno vascolare. ”Abbiamo testato in vitro e in vivo il meccanismo di attivazione delle proteine killer – spiega all’Adnkronos Salute uno dei responsabili della ricerca, Luigi Pegoraro del Dipartimento di Medicina interna dell’Università di Torino – e presto realizzeremo dei topi geneticamente modificati, che dovrebbero rivelarsi ‘resistenti’ ai danni vascolari del diabete”. Dopodiché la palla passerà all’industria, per la produzione di nuovi farmaci mirati, che proteggano le arterie dei diabetici. ”È noto – dice il medico illustrando lo studio durato un anno e mezzo e pubblicato sul nuovo numero del ‘Journal of Clinical Investigation’ – che le lipoproteine a bassa densità (Ldl), impegnate nel trasporto del colesterolo nel sangue, sono alterate nei diabetici e rappresentano una delle principali cause dello sviluppo e del peggioramento del danno vascolare”. I ricercatori torinesi, studiando in vitro l’effetto delle lipoproteine diabetiche, hanno scoperto i ‘killer’ che danneggiano l’endotelio, impedendo la formazione di nuovi vasi. Dopo aver analizzato l’espressione e la funzione della P21 (cyclin-dependent kinase inhibitor), un regolatore conosciuto per essere il ”bersaglio” della proteina Stat5 (signal transducers activators of transcription), i ricercatori hanno prodotto artificialmente cellule con una delle due proteine ‘fasulla’, che cioè non si attiva in seguito al contatto con Ldl. ”E abbiamo visto – dice Pegoraro – che con la Stat5 ‘finta’ il fenomeno si blocca. Però serviva una controprova in vivo”. ”Per questo abbiamo studiato pezzi di placche aterosclerotiche prelevate da pazienti diabetici, scoprendo che nei malati Stat5 è ‘accesa’ e P21 è aumentata”. Insomma, la prima a contatto con le lipoproteine dei diabetici si attiva, inviando un messaggio ingannevole al nucleo della cellula e stimolando il gene che codifica per la proteina P21, la quale, a sua volta, cresce a dismisura, bloccando la proliferazione delle cellule endoteliali e ostacolando la formazione dei nuovi vasi negli organi già poco irrorati a causa dell’aterosclerosi. ”Questo è un punto di partenza – sottolinea il medico ? ora occorre passare allo studio sull’animale. Creeremo dei topi geneticamente modificati, nei quali faremo esprimere, nelle cellule endoteliali bersaglio delle Ldl, una proteina Stat5 fasulla. Per vedere se, nonostante le diete iperlipidiche, gli animali risultino protetti dai danni del diabete”.


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