Politica

Di nuovo invalidi. E non persone

di Redazione

Siamo tornati a essere “invalidi”. In poche settimane di campagna politica e mediatica sono stati spazzati anni di lavoro culturale, sociale, informativo. La Convenzione Onu è finita in un cassetto polveroso. In Veneto hanno deciso, senza consultare nessuno, che nelle priorità per i trapianti le persone con disabilità grave, di tipo intellettivo, non saranno mai in cima alla lista. Nel Veneto, che è una regione di grande civiltà medica e sociale.
Da troppo tempo ronzava la questione dei falsi invalidi, ne ho scritto spesso, sentendo puzza di bruciato. I falsi invalidi sono figli della cultura dell’intrallazzo e della connivenza, che ha visto protagonisti medici compiacenti delle Asl, senza che mai venisse punito qualcuno. Ora i medici dell’Inps rischiano di essere segnalati alla Corte dei Conti se dovesse venire fuori che hanno assegnato una pensione non dovuta, o certificato un’invalidità con la manica troppo larga. Secondo voi che cosa faranno d’ora in poi i medici dell’Inps, visto che sono loro, e non i medici delle Asl, responsabili delle nuove procedure? Staranno dalla parte dei cittadini o volgeranno lo sguardo alla Corte dei Conti?
Per fortuna le norme della Finanziaria non sono retroattive. E anche stavolta l’indennità di accompagnamento non è stata legata al reddito. Sarebbe stato un obbrobrio: taglieggiare chi paga le tasse e premiare chi evade o elude. Ora so che devo ripartire da “invalido”, per tornare a “persona” ci metterò del tempo. Ma ce la faremo anche questa volta, non c’è Tremonti che tenga. La rete delle persone con disabilità è troppo forte e orgogliosa. Lo sconforto, oggi, è grande: penso alle famiglie con persone con sindrome di Down, nel mezzo di una contesa sugli spiccioli. Penso a tutti coloro che sono stati definiti improduttivi, e fra questi, inutile dirlo, mi ci metto anche io. Che fatica ricominciare sempre. Per il momento ha vinto la dis-informazione. Ma la guerra è lunga. Ce la faremo. Prima o poi.


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