Volontariato

Di fronte alla scuola berlusconiana anche quella di Bush è meglio

Il commento di Livia Turco sulla politica di Berlusconi riguardo alla scuola pubblica

di Livia Turco

C?è un libro, La scuola deve cambiare, scritto da cinque persone che hanno maturato una grande competenza sul campo: 100 pagine che aiutano a capirne i problemi e che trasmettono fiducia. Svolgo queste riflessioni con una particolare partecipazione: non riesco a separarmi dall?apprensione che vivo come madre preparandomi ad aiutare mio figlio nel passaggio dalla scuola elementare a quella media. La vita concreta ci fa toccare con mano l?importanza della scuola. È importante costruire l?ordine delle priorità di un?agenda politica per la cura della scuola. La scuola come obbligo e diritto chiede di superare la dispersione scolastica. Ancora oggi tra gli 80 e i 100mila ragazzi non raggiungono il livello attuale dell?obbligo. E usare bene alcuni strumenti preziosi che abbiamo conquistato come l?obbligo formativo fino a 18 anni. È poi fondamentale l?idea guida di un progetto educativo che, nella società del terzo millennio, non può essere quello della scuola come supermercato, o del freddo e rigido apprendimento specialistico, o del sapere e della formazione separati dalla pratica lavorativa, bensì quello che fa riannodare i fili del pensare, fare e sentire. Chimere? Fughe in avanti? Al contrario dovrebbe essere questo il cimento della politica che si prende cura della scuola. La realtà purtroppo è diversa: 35mila docenti in meno nel prossimo triennio, con ciò che significa in termini di mancanza di insegnanti di sostegno e per il recupero dell?obbligo, qualità, riduzione di risorse per la scuola pubblica, riduzione del tempo pieno e della sperimentazione, nessun aiuto alle famiglie più povere per le spese scolastiche, riforme annunciate e rinviate, bloccate: questa è la scuola della ministra Moratti. Come non concordare con i nostri autori: «Colpisce che, mentre un?amministrazione conservatrice come quella di Bush riconosce la funzione della scuola pubblica ed è disposta a promuovere un grande sforzo, anche finanziario, improntato a un impegno di tutte le forze politiche in modo bipartisan, a favore del rilancio della scuola pubblica, l?attuale governo italiano la scelga come terreno di confronto ideologico radicale su cui: spinge la divisione del Paese, taglia il budget senza consultare alcuno, pone le questioni di merito principalmente all?interno delle preoccupazioni di budget».


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