Politica

Di Centa: «Super League? Senza valori non c’è sport e senza sport non c’è Pil…»

L'ex campionessa olimpica Manuela Di Centa è stata appena nominata dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, consigliere per le materie turistiche di sport e montagna. L'abbiamo intervistata per capire il suo ruolo e i suoi obiettivi

di Lorenzo Maria Alvaro

«Ho accolto la proposta con grande entusiasmo». Riassume così Manuela Di Centa, campionessa olimpica e membro onorario Cio, il suo sì all'incarico come consigliere del ministro Garavaglia per le materie turistiche di Sport e montagna. L'intervista


Sport e turismo sembrano due temi e due economie molto distanti…
Al contrario hanno grandissimi punti in comune. Penso al sistema valoriale ma anche all'universalità che entrambi rappresentano. Senza contare che oggi entrambi hanno sempre più a che fare con la salute e quindi, anche in termini di industrie, spesso si sovrappongono

Dal punto di vista operativo cosa si aspetta il ministro dal suo nuovo ruolo?
Mettere in relazione queste due economie, sport e turismo, costruendo delle sinergie su più piani. Un obiettivo ambizioso. Il perno saranno i grandi eventi sportivi. Parliamo di una leva che in Italia non è mai stata valorizzata. Un volano strategico. Mi riferisco sia agli appuntamenti che ospiteremo in Italia ma anche a quelli lontano da casa. Penso alle Olimpiadi di Beijing, che si candidano ad essere una vetrina sostanziale, anche in chiave turistica, da un punto di vista promozionale.

Significa che la sua sarà una figura ponte tra ministeri ed istituzioni diverse?
Sì, la vera sfida è costruire una rete. Il turismo è una materia di competenza regionale. Ecco perché stiamo già organizzando il primo incontro con gli assessori competenti. Al tavolo coinvolgeremo anche le Federazioni sportive e gli enti di promozioni, ho già parlato in questo senso con la sottosegretario Valentina Vezzali e con il Centro Sportivo Italiano.

Oltre ai grandi eventi ci sono le altre priorità?
Si l'Outdoor education. La sostenibilità oggi è una prerogativa irrinunciabile. È necessario che il Governo cominci a lavorare per valorizzare tutta quella rosa di opportunità che in Italia abbiamo di slow e sustainable tourism che spesso hanno a che fare con lo sport, inteso in senso lato. Penso ad esempio al mondo dei Sentieri d'Italia: si tratta della nostra storia, cultura e identità.

Lei ha parlato di valori ed educazione in relazione al mondo dello sport. Eppure in questi gironi si è consumato l'affaire Super League, un modo di intendere lo sport agli antipodi. Come ex campionessa olimpica che ne pensa?
È una proposta che ha fatto capire ancora di più quanto sia importante e valoriale il movimento che lo sport genera. Paradossalmente una proposta così azzardata e irrispettosa dei valori sportivi, come in particolare la meritocrazia, ha permesso di riscoprire quale sia la vera natura dell'attività sportiva. Tanto che questa boutade è durata meno di 48 ora. Ma vorrei aggiungere un'altra cosa…

Prego…
Sono capo delegazione della nazionale under 17 di calcio femminile. Lo dico con grande orgoglio. Un'attività che non promoziono perché la faccio da cinque anni per una questione di cuore. Parliamo di giovani donne che arrivano in nazionale per passione, non per soldi. Amano prima di tutto giocare a calcio. Anche io amavo e amo lo sci. I contratti arrivano dopo l'entusiasmo e la condivisione. È così vero che non è neanche necessario che arrivi poi la gratificazione economica per avere migliaia di sportivi amatoriali. Se si dimentica questo quel movimento necessariamente viene meno, e senza il movimento verranno meno anche il denaro e il pil. Sta tutta qui la mipia della Super League.

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