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Devolution: Tremonti, in costituzione dal ’48

E assicura che le eventuali riforma avranno costo zero. Ma Giovannardi getta acqua sul fuoco: niente di rivoluzionario.

di Giampaolo Cerri

Impazza la devolution sulle prime pagine di tutti i giornali. ”La devoluzione era ed e’ nella Costituzione a partire dal 1948. Farla non vuol dire stravolgere, modificare, riformare, ma l’esatto opposto: applicarla”, afferma in un’intervista al ‘Il Giornale’, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, secondo il quale ”e’ una riforma a costo zero. I problemi finanziari si porranno, e dovranno trovare una soluzione, quando iniziera’ la discussione sul titolo V. Delle due l’una -dice Tremonti- o la sinistra ha fatto il titolo V con un altissimo livello di caos istituzionale, ma assumendo che la parte sul federalismo fiscale restasse inattuata, oppure l’opposto, ma allora e’ chiaro che i problemi di federalismo fiscale non dipendono dalla devoluzione che, ripeto, in se’ e’ a costo zero, ma dal titolo V fatto dalla sinistra”.
Dal centro però si risponde che ”la devolution di Bossi non e’ nulla di rivoluzionario. Era nei programmi di governo. Ben diverso e’ il discorso del federalismo fiscale, che sarebbe tutto da discutere”.
A pensarla così è il ministro Carlo Giovanardi,(rapporti col Parlamento) che, in un’intervista al ‘Messaggero’, cerca di spegnere le polemiche sul progetto federalista di Bossi.
”Vorrei precisare, anzitutto, che fui io tre anni fa a chiudere l’accordo per la Casa delle liberta’ -precisa – con quell’intesa Bossi si impegno’ a rinunciare ad ogni ipotesi di secessione, in cambio ottenne che venisse inserita la devolution nel programma di governo. Quindi se oggi rivendica l’attuazione di quell’accordo non chiede niente di straordinario”.

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